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Bullismo, la vittima può picchiare i suoi persecutori? Cosa dice la sentenza „Bullismo, la vittima può picchiare i suoi persecutori? Cosa dice la sentenza“

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are un pugno a un bullo può “non essere reato”: una sentenza che farà discutere quella emessa dalla Corte di Cassazione col verdetto 22541. A scanso di equivoci va subito tuttavia chiarito che gli ermellini non vogliono in qualche modo legittimare le vittime di bullismo a difendersi da sé, ma sottolineare come l’orientamento dei giudici debba essere “sensibile” verso gli adolescenti vittime di bullismo che hanno reazioni aggressive dopo essere state lasciate sole “dalla scuola e dalle istituzioni” e che non hanno avuto sostegno pubblico e sociale.

Nel merito la Cassazione ha accolto il ricorso dei genitori di un adolescente calabrese che era stato condannato a risarcire un bullo a cui aveva fatto saltare un dente con un pugno.

“La reazione della vittima è da capire – afferma la Cassazione – poiché l’adolescente che era stato vittima di bullismo per molto tempo“. Il giudice, in questi casi, non può limitarsi a condannare la violenta reazione con la quale il ragazzo ha rotto denti e labbro al suo persecutore, ma va inserita nel contesto.

“È doveroso – scrivono gli ermellini – che l’ordinamento si dimostri sensibile verso coloro che sono esposti continuamente a condizioni vittimizzanti idonee a provocare e ad amplificare le reazioni”.

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