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Ancora molti dubbi sull’Esame di Maturità – Petizione per annullare l’esame da parte di oltre 50mila studenti

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Siamo due tra i 500.000 studenti che quest’anno dovranno affrontare l’esame di maturità. Ci stiamo facendo portavoci di una tesi che più del 70% dei maturandi sostiene e sta portando avanti: l’esame deve essere annullato.

Ci teniamo che le persone non saltino a conclusioni affrettate ma che provino a riflettere sulla questione, senza pensare che siamo ragazzi svogliati o che non hanno voglia di studiare.                                            

Siamo oramai giunti a maggio e molte sono le domande che noi studenti, nell’incertezza totale in cui vagano le indicazioni riguardo l’esame, ci chiediamo: quale sarà il programma da portare all’esame? Come sarà strutturato l’elaborato da portare? Quale sarà il valore attribuito a crediti e colloquio? Che ne sarà di tutte le attività scolastiche che avrebbero attribuito crediti scolastici? Come si deve comportare chi abita fuori regione? Per gli studenti o professori malati cosa si farà?

Ci sarebbero ancora tanti altri dubbi da evidenziare , ma questo non vuole essere un elenco dei dubbi che ancora ci portiamo sulle spalle, ma un’esposizione delle motivazioni che hanno spinto oltre 50mila studenti a firmare una petizione* per annullare l’esame.

“LA DIDATTICA A DISTANZA NON E’ PERFETTA”

In tempi così duri in cui molti studenti hanno perso dei famigliari , lo stress a cui siamo sottoposti è molto. L’esame di Stato è da anni fonte di preoccupazione per gli studenti, ma questa è una situazione straordinaria. Non possiamo  frequentare la scuola senza il rischio di avere serie conseguenze per i nostri cari e noi stessi, conviviamo con una realtà che puntualmente ci rattrista e, nonostante questo, dobbiamo svolgere il nostro dovere di studenti voltando lo sguardo all’esame che ci aspetta. Siamo ragazzi di diciotto o diciannove anni, la nostra vita è fatta di relazioni, di scoperte, apprendimento e specialmente interazioni. Tutto questo ci è stato tolto da un giorno all’altro. La Didattica a Distanza è stato proposto come strumento unico e migliore per garantirci quel diritto fondamentale che è quello all’istruzione. Tuttavia vi sono alcune criticità: la DAD non permette un’istruzione egualitaria in tutta Italia e talvolta tra compagni di classe, c’è infatti chi ha una connessione instabile o deve condividere il computer con i genitori che lavorano da casa, alcuni professori non si fanno sentire da settimane, altri, presi dalla foga di finire il programma in vista del documento del 15 maggio, modificato al 30 maggio, caricano ore di lezione sulle piattaforme online. Riportando le stesse parole del ministro Azzolina, “la didattica a distanza non è perfetta” e ciò significa che alcuni studenti sono lasciati indietro, d’altronde come si può pretendere la perfezione che la DAD richiederebbe? Buona parte dei docenti e degli studenti non è stata formata per una didattica del genere e questo grava sulla qualità dell’istruzione che ci viene fornita. Oltre ai problemi causati dalle criticità proprie del sistema della DAD che ostacolano l’insegnamento, i professori non possono fornire un’adeguata preparazione ad un esame di cui, a poco più di un mese di distanza, non si conoscono ancora le modalità.

A questo proposito riteniamo che fare l’esame online sia impensabile, proprio perché non tutti riuscirebbero ad accedervi. A conferma di questo una di noi nei giorni passati ha svolto un’interrogazione senza riuscire a sentire la voce della professoressa, cosa che accade spesso in quasi tutte le classi d’Italia.

L’ESAME PROPOSTO NON E’ ADEGUATO AL SUO SCOPO

La proposta dalla ministra Azzolina per la maturità di quest’anno consiste in un unico colloquio a cui verrà attribuito un enorme peso sul voto finale (40 punti su 100), questo colloquio è diviso in 5 “parti”:

  • l’esame di maturità inizierà con la discussione di un elaborato realizzato sulle discipline di indirizzo
  • proseguirà con la discussione di un testo di italiano già affrontato a scuola
  • proseguirà ancora con la discussione di materiali assegnati dai docenti
  • infine ci sarà l’esposizione dell’esperienza di Alternanza Scuola Lavoro
  • si concluderà con cittadinanza e costituzione.

Di tutto ciò il ministro non ha dato indicazioni precise, tanto che a meno di un mese dall’esame ci troviamo in balia di noi stessi senza sapere come approcciarci allo studio; anche perché tutto quello che è stato detto finora non è ufficiale, tanto che rischieremmo di preparare l’elaborato, o l’esame in generale per poi dover modificare o cancellare del tutto il lavoro svolto.

Riconosciamo, come il ministro più volte ha affermato, che la maturità sia l’apice di un percorso di cinque anni, ma riteniamo ugualmente che un esame strutturato in questa maniera non costituisca una appropriata conclusione al nostro percorso nella scuola secondaria di secondo grado. Molti hanno definito questo esame una “pagliacciata” o una “buffonata”, parole che in modo povero ma adeguato riassumono i sentimenti di noi studenti. Gli studenti che hanno sostenuto l’esame prima di noi sono stati messi di fronte a una prova seria che verosimilmente dimostrava l’effettiva maturità del candidato, ma non è questo il caso della proposta di esame che sta prendendo piede. Infatti, quest’anno la commissione della maturità sarà composta unicamente da docenti interni, che ci conoscono da 3 o addirittura da 5 anni; è evidente dunque come quest’esame non sarebbe altro che una replica delle interrogazioni che hanno caratterizzato questi anni scolastici.

L’ESAME IN PRESENZA RAPPRESENTA UN RISCHIO

La ministra dell’istruzione ha più volte annunciato di voler insistere perché questo esame sia fatto nelle scuole, in presenza. Questo significa ovviamente la mobilitazione di quasi 500mila studenti oltre a professori e personale. Un simile esame richiederebbe procedure di sicurezza e sanificazione che l’Italia oggi non sembra poter garantire. Se gli spesso citati dispositivi di protezione individuale sono carenti nelle strutture sanitarie, come possiamo pretendere che un ingente numero di essi venga dedicato allo svolgimento dell’esame di stato che non costituisce a nostro avviso alcun tipo di emergenza come lo sono quella sanitaria ed economica? Il corpo docente italiano, inoltre, figura tra i più vecchi d’Europa e come sappiamo l’età è simbolo di vulnerabilità in questa situazione. Nel caso venga deciso di effettuare l’esame in presenza, il nostro governo dovrebbe fare in modo che nemmeno una persona venga esposta a rischio di contagio in nessun modo, compito alquanto arduo vista la facilità di trasmissione. L’adozione di tali misure di sicurezza comporterebbe inoltre una spesa che lo Stato non può permettersi in questo momento.

QUAL E’ LA NOSTRA PROPOSTA DI ESAME?

Come figura anche da vari sondaggi presenti sui social network, la maggior parte degli studenti chiede una valutazione basata sulla media degli ultimi tre anni a cui andrebbe eventualmente sommato un bonus, che permetterebbe di raggiunge il 100 e la lode. Fornire valore legale a una simile valutazione avrebbe molteplici vantaggi: è un sistema meritocratico che premia gli studenti che si sono da sempre impegnati, non comporta la mobilitazione di studenti e personale evitando rischi sanitari, permetterebbe di continuare e finire i programmi fornendoci le conoscenze per affrontare ciò che viene dopo la scuola superiore, senza doverci preoccupare per un esame che, come già detto, non è degno del nome Maturità.

Le nostre motivazioni sono serie, molti paesi in tutto il mondo, tra cui la vicina Francia, hanno già annullato l’esame. Migliaia sono le testimonianze degli studenti che mostrano disagi e difficoltà e speriamo che la nostra voce possa essere finalmente ascoltata e compresa.

Da Flavia Corriere e Laura Carloni

Il video fatto dalla pagina Instagram @nomaturita2k20

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