Vigili del fuoco

Cesare Sangiorgi, una vita in prima linea

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Ravenna, 11 luglio 2020 – È morto l’ingegnere Cesare Sangiorgi: fu comandante dei vigili del fuoco di Ravenna e Bologna, poi ispettore regionale e ispettore generale per l’Italia. Aveva 94 anni. I funerali si svolgeranno lunedì alle 15 nella chiesa di San Biagio.
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Mancava poco alla mezzanotte del 2 agosto 1980, il giorno della strage alla stazione di Bologna, quando Sangiorgi, comandante dei vigili del fuoco della città felsinea, dopo aver scavato fra le macerie per tutto il giorno ebbe la certezza della bomba. “Trovammo il cratere e mi accorsi che fra la polvere c’erano tante palline scure: tipico prodotto dell’esplosione di una carica di plastico. Corsi all’albergo dove c’era il presidente Pertini. Fui il primo a dargli la certezza dell’attentato. Ringraziò e restò in silenzio” mi raccontò Sangiorgi nel marzo del 2017.

Nessun altroufficiale dei vigili del fuoco, più dell’ingegnere Cesare Sangiorgi, faentino di nascita, ravennate d’adozione, in 37 anni, dal 1954 al 1991, si è trovato in mezzo alle grandi tragedie della seconda metà del Novecento. In Italia, ma anche all’estero, nelle città devastate dai terremoti in Algeria, Marocco, Messico, Armenia. Appena entrato nel corpo, fu mandato a Firenze come vice comandante poi nove anni dopo, nel ’63, assunse il comando a Ravenna. E poco dopo ecco il primo impatto con le grandi tragedie, il crollo della diga del Vajont. Con una squadra di vigili ravennati partì subito: per arrivare a Longarone occorsero ore e ore. Suo compito fu quello di coordinare l’intervento dei vigili accorsi da vari comandi. “Non c’erano vivi da salvare, ma solo cadaveri da recuperare e identificare”.

I funerali si svolgeranno a Ravenna, lunedì prossimo, 13 luglio, nella chiesa parrocchiale di San Biagio alle ore 15.00.

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