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Calcio e sport: tra ripresa e rinascita

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DINO NEANDRI

In pieno calcio – mercato e con due giornate di UEFA Nations League alle spalle, il 19 settembre partirà il primo campionato di calcio dell’era Covid-19, in quanto riteniamo quello appena concluso soltanto un’appendice di 12 giornate “attaccate” a quello vero precedente, che aveva evidenziato, nella sua regolare continuità, i veri valori e le vere gerarchie. Decisioni cervellotiche, ritardi e rimpalli di responsabilità tra i vari organi preposti, hanno creato incertezze e precarietà nelle macchine organizzative delle società che hanno portato a loro volta a programmare preparazioni fisiche improbabili nel caldo asfissiante, con conseguenti danni ai giocatori già fiaccati e disorientati dal lockdown che, nel frattempo, aveva inevitabilmente minato il delicato equilibrio tra testa e gambe.

Il campionato, o meglio questa sorta di “ciapanò”, lo ha vinto comunque la Juve per mancanza di avversari,  dove la Lazio per prima, ma poi anche l’Atalanta e l’Inter, hanno fatto di tutto per agevolare il cammino dei bianconeri, anche loro impalpabili e apparentemente demotivati nelle prestazioni, comunque vincenti al traguardo per forza d’inerzia. Da sottolineare come contraltare la buona figura dell’Inter in Europa League dove è stata sconfitta solo in finale dal solito Siviglia, autentico specialista della seconda competizione europea. Riparte quindi, tra mascherine e tamponi, navi-ospedale e banchi con rotelle, il nuovo campionato di calcio muto, ossia senza pubblico, ma con baci e abbracci possibili al momento dei goal tra addetti ai lavori, in campo, in panchina e magari in tribuna. Mah. E’ utile ricordare sempre che il calcio, nella sua accezione, è uno sport di contatto. Altrettanto utile è ricordare che è di 4,7 miliardi di euro il fatturato diretto generato dal football di casa nostra, che corrisponde al 12% del Pil del movimento calcistico mondiale. Pertanto “show must go on”, sperando di tenere sempre la situazione sotto controllo e che in ogni caso non si rischi nulla più del lecito, sarebbe imperdonabile.

Comunque, in questo stato ormai perenne di precarietà e indecisione, sono partiti Tour de France, Formula Uno e Motomondiale. Il Giro d’Italia partirà i primi di ottobre. Insomma, oltre al calcio di casa nostra, lo sport in generale, attirando e spostando attenzioni e masse, ha anche la possibilità di far da volano ad una controllata, misurata ma inesorabile ripresa dell’economia mondiale ferita mortalmente da questo virus subdolo che però nella sua perfidia ha se non altro avuto il “merito” di risvegliare valori e voglia di crescere.

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