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SCARPETTE ROSSE: VIOLA, DUE OCCHI GRANDI COME LA DONNA CHE SEI

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SIMONA CONSONI

Oggi vi racconterò la storia di “Viola” (nome inventato), che ho intervistato dopo essere stata contattata da lei. Viola ha subito violenza domestica per 10 anni. Botte, ferite, tagli, pugni, sputi, parolacce ed insulti. Due figli avuti col mostro che ha denunce penali anche dalle precedenti mogli. Per ora è in galera ma non si sa per quanto. Lei è sotto protezione di un angelo custode che si prende cura dei due figli. Uno ha 14 anni ed è in casa famiglia, l’altro 10 ed è con lei. Il più grande è in casa famiglia perché ha assunto come modello quello paterno e la prende a parolacce, la insulta, la prende a botte. Recuperarlo sarà difficile ma lei sta tentando di farlo per evitare, soprattutto, che un domani non diventi un uomo violento come il padre. “Se diventerai come tuo padre io sarò la prima a denunciarti”. Ha occhi grandi Viola, segni indelebili della violenza sul suo corpo, le cicatrici del passato che ricorderà a tutti coloro che pensano che certe cose il tempo le cancella che questo non sarà mai possibile. Noi donne che abbiamo subito violenza, che siamo sopravvissute, portiamo un pezzetto di morte dentro. La morte di noi quando eravamo con loro, i mostri, i manipolatori. Quelli che ci facevano sentire prostitute, ignoranti, stupide, sbagliate, donne e madri di poco conto. Contatele quelle cicatrici se sapete leggerci dentro. “Non voglio nessuna compassione ma nemmeno sentirmi dire, ancora, che è anche colpa mia” così Viola mi riporta alla mente i fantasmi che ogni tanto m i vengono a trovare e che io caccio, puntualmente, sperando di liberarmene, prima o poi. Ci sfioriamo il gomito con Viola, che parla attraverso la mascherina ma che secondo me nasconde uno dei sorrisi più autentici che io abbia mai visto. Dimostra il doppio della sua età. Piange ma poi si asciuga le lacrime e dice che deve essere forte, perché l’esempio è fondamentale e lei non vuole nemmeno pensare che suo figlio somiglierà al padre. Tanto per rafforzare l’idea che la famigerata PAS non esiste, se non nella mente del diavolo, per indebolire e scoraggiare le donne che denunciano con coraggio e cicatrici. Ciao Viola, ce la farai. Anzi, hai già fatto tantissimo.


Per questo numero Scarpette Rosse dedica una poesia da me scritta a tutte le donne che stanno subendo violenza per dire loro che si può denunciare, cambiare vita e persino innamorarsi di nuovo di un uomo vero. LA GIOSTRA      

Lasciami certezze, una coperta sotto cui scaldarmi. Lasciami calma, un mare dorato. Lasciami la consapevolezza, fogli bianchi su cui scrivere il mio nome. Lasciami la libertà, una bandiera colorata e scarpe comode per nuove strade. Lasciami un sorriso, come quello della mattina a piazza San Venceslao. Lasciami immaginare, sarà un capodanno in Piazza San Marco. Brinderemo al nuovo anno, a noi, vicini, rinati. Lasciami piangere, ne ho bisogno ma non più sotto la pioggia. Libera e sola. Per una volta. Per la prima volta di tante altre. Libera e sicura di me, fiera di me, libera e soave. Levito, danzo, oso vivere come non mai, delirante me. Lasciami libera e verrò da te, alle sei in punto. La vita può cambiare ma noi non possiamo abdicare. Ho chiesto asilo al Pagliaccio di Piazza Navona. Mi sollevò un braccio danzante. Il cappottino arancione non esiste più. I miei stivali marroni di pelle non esistono più. Maledetta me, erano così pieni di me. Sono viva e libera, sto ballando. Non mi irriderai tu. Fidati del mio cuore che batte di nuovo perché grida parole gentili. Osserva il mio sorriso, non stringe più lacrime. Dammi la mano. La giostra ci aspetta ed io la amo come e più di sempre, LA GIOSTRA. 

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