Editoriale

Siamo bruchi o farfalle? di Valentina Tacchi

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VALENTINA TACCHI

C’era una volta, un piccolo bruco che camminava verso una grande montagna. Lungo la strada incontrò una coccinella che gli chiese dove andasse. Il bruco rispose che aveva fatto un sogno nel quale si trovava sulla cima di una montagna e da lì poteva vedere tutta la valle. Voleva realizzare il suo sogno. Sorpresa, la coccinella gli rispose che era solo un piccolo bruco. Per lui, un sassolino sarebbe stato un monte, una pozzanghera un mare e ogni cespuglio una barriera impossibile. Ma il bruco era già lontano e non la sentì. Tutti gli consigliarono lungo il cammino di fermarsi ma il piccolo bruco, determinato e coraggioso, continuò a camminare. Stremato e senza forze, ad un tratto, decise di fermarsi a riposare, poi morì. Per giorni, gli animali si avvicinarono a vedere i suoi resti, quelli di un bruco morto per aver inseguito un sogno. All’improvviso però, quel bocciolo grigiastro, si ruppe. Era una farfalla! In un istante prese il volo e raggiunse la cima della montagna. Il sogno del bruco, diventato farfalla, si realizzò.

Così ognuno di noi ha il suo “periodo bruco”, quello che percorre con fatica e che tocca terra. E’ quello delle salite, dei percorsi, delle infinite ricerche e dove la meta può risultare a volte troppo lontana. Chiusi nella nostra crisalide, possiamo decidere poi, se avviare la nostra metamorfosi verso qualcosa di migliore, per fare un passaggio che ci porta a volare.  Chiusi nel nostro bozzolo, legato solo ad un filo di seta, non sempre scegliamo di aprirci. Quando poi usciamo dal guscio, la nostra fiducia o pazienza non sempre sono sufficienti per attendere che le nostre ali siano asciutte e pronte per spiccare il volo verso la “nostra direzione”.

Tutto cambia e si modifica continuamente.
La Farfalla simboleggia, infatti, il nostro coraggio di volare liberi negli spazi sconfinati dell’immaginazione creativa, della crescita con i nostri talenti, senza attaccarci troppo al passato ma con le nostre ali, senza dipendenze.

La farfalla non vive per cibarsi ed invecchiare, vive solo per amare e diffondere bellezza con i suoi colori, a volte usati come difesa dai nemici. Tanto delicata da poter essere lacerata da una goccia di pioggia, essa rappresenta la nostra fragilità. Per questo tende sempre alla luce, per non rimanere avvolta dall’umidità e soccombere.

Si dice che “il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo”(The Butterfly Effect). Ecco allora che ognuno di noi  ha una grande forza. Se è vero che ogni particella dell’universo influisce su ogni altra e che ogni cosa è interconnessa, anche il “nostro battito di ali”, come quello di una farfalla,  può essere un “piccolo gesto”  che suscita grandi trasformazioni e rivoluzioni.

Apriamo allora il nostro guscio protettivo e lasciamo che l’energia vitale prenda il  volo e diventi forza rigeneratrice anche per gli altri, come la magia della natura insegna.

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