Interviste

Un “Faro” di luce su Giuliano Ferrara. di Dino Neandri

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In questo numero speciale, “Il Faro” ha il privilegio di ospitare nelle sue pagine Giuliano Ferrara, giornalista, conduttore televisivo e politico, fondatore (1996) e direttore del quotidiano “Il Foglio”  fino al 27 gennaio del 2015, nonché editorialista del Giornale. Ma qui stiamo parlando del Giuliano Ferrara più “maturo”, più esperto, in poche parole più consapevole. Nel suo passato più remoto ci sono, però,  anche le contestazioni da sessantottino, gli scontri di Valle Giulia, la sua collaborazione con L’espresso ed esperienze nel mondo dello spettacolo. La vita e la carriera dell’uomo Ferrara è una miniera di eventi e avvenimenti. Un uomo che ha da raccontare e che ha vissuto e vive una vita con forte intensità. Partendo da queste considerazioni e basandoci sulle sue esperienze di vita e professionali, abbiamo voluto porgli delle domande che potessero, in qualche modo, abbracciare sia l’uomo che il professionista.

  1. D) Nell’ambito della sua professione, all’interno del suo gruppo di lavoro, che tipo di leader ritiene di essere stato sempre?
  2. R) Leader è parola grossa e anche un po’ ambigua. Sa di marketing o di politica istituzionale. Sono stato un passabile direttore, con tante idee, molte delle quali sbagliate, e la fissazione di non pensare ad altro che a quelle, mettendo convenienze e carriera in un cantuccio, perseguendo la piccola gloria mezza privata di una cosa ben fatta. Ma forse è solo superbia, questa, chissà.
  3. D) Quali sono le caratteristiche che il direttore di una testata deve avere e quali invece gli elementi, in base alle sue esperienze, che possono portare oggi alla crescita di un giornale?
  4. R) Dipende da quel che si persegua. Un buon giornale è per pochi, necessariamente. Oppure deve essere molto ricco e saper trattare con elasticità la sua tradizione, la sua potenza politica e civile. La ricchezza di un giornale agile dipende dalla sua autorevole leggerezza, niente si pubblica se non abbia uno scopo di ricognizione e di analisi e di affermazione, anche perentoria, di un punto di vista. Bisogna saper praticare i conflitti, anche quelli con sé stessi.
  5. D) Alcuni la annoverano tra gli “atei devoti”. Inoltre lei, in passato, avrebbe dichiarato di credere in un Dio personale. Sono anche note le sue “battaglie” relativamente all’aborto, fecondazione artificiale, omosessualità e sostegno della famiglia tradizionale, che la pongono in una posizione più vicina alla Chiesa cattolica. Pensa sempre che sia il suo Dio personale ad ispirarla o….
  6. R) Non sono credente in senso confessionale, non me ne vanto né me ne dispero. Non sono miscredente, ho una posizione di sottomissione intellettuale, non islamica, al trascendente, senza il quale, come concetto o come forma biblica, non riesco a capire come sia l’origine del tutto. Poi leggo con diletto supremo Dante Alighieri e il suo poema sacro ma sono al contrario di lui un papista naturale, essendo romano e non fiorentino. La natura delle cose forse è quella di Lucrezio e degli epicurei, materia corruttibile che si trasforma, e niente si origina dal niente, forse, ma le cose della natura e dell’anima o forma sono inspiegabili senza la fede, se non la tua almeno quella degli altri. In questo senso paradossale mi sono detto, con molta imprecisione e raccogliendo un’espressione ironica e spregiativa del compianto Beniamino Andreatta, un ateo devoto. I modernisti secolaristi affettano di non essere devoti, infatti sono bizzocheri.
  7. D) Per restare alla stretta attualità: come risolverebbe Giuliano Ferrara il dramma dei migranti?
  8. R) Accogliendoli senza fare tante storie, visto che vengono a fare lavori da noi ritenuti indegni. Accogliendoli e integrandoli come hanno fatto a Treviso, città che tutti pensano razzista e che invece ha trovato il lavoro e il modo di vita per 70.000 immigrati.

Mai scontato, profondo, uomo di cultura che tende la mano, Giuliano Ferrara è e sarà sempre una figura di spicco e riferimento del mondo del giornalismo e della politica italiana ed internazionale. La sua vita, un romanzo da raccontare…

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