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La sentenza. Figli in provetta solo con mamma e papà

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avvenire.it

Il divieto di accedere alla procreazione medicalmente assistita, imposto dalla legge 40 nei confronti delle coppie formate da persone dello stesso sesso, è del tutto legittimo. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza 221, depositata ieri, che ha sancito la non fondatezza della questione postagli sia dal Tribunale di Pordenone sia da quello di Bolzano. In entrambi i casi (riuniti dalla Consulta in un unico procedimento), protagoniste della vicenda giudiziaria sono due coppie di donne, civilmente unite, che avevano agito contro il diniego alla provetta loro imposto dalle rispettive Aziende sanitarie. Nel procedimento territoriale, le due magistrature avevano concluso che nessuna interpretazione della legge avrebbe potuto aprire alle ricorrenti le porte alla fecondazione eterologa, ma – ritenendo che la norma fosse in contrasto con la Costituzione – avevano sospeso il procedimento e posto il quesito alla Consulta.

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