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Madrid: 200 Paesi in Conferenza per salvare il Pianeta.

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DINO NEANDRI

Strade e strategie da intraprendere Obiettivo principale: ridurre a zero le emissioni entro il 2050

Per assolvere a ciò i rappresentanti di 200 paesi si riuniranno a Madrid dal 2 al 13 dicembre per il Cop25 e ognuno dovrà indicare le strade che saranno intraprese dal 2020 per migliorare le strategie di contrasto al riscaldamento globale. Il cerchio ormai si sta stringendo ed è arrivata l’ora, dopo il protocollo di Kyoto e l’Accordo di Parigi, di passare all’azione in modo tangibile per cercare di salvare la Terra. In questo senso il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, alla vigilia della Conferenza, si è già espresso invitando tutti gli Stati ad una “maggiore ambizione” nelle strategie da adottare per rendere più efficace la lotta al surriscaldamento. D’altra parte l’appello lanciato dagli eurodeputati “le decisioni mondiali che saranno prese durante i prossimi dieci anni avranno un impatto sul futuro dell’umanità nei diecimila anni a venire,” lasciano presagire scenari apocalittici se non si dovesse intervenire nell’immediato. I nodi e gli incastri più  difficili da districare sono sempre e comunque quelli legati agli interessi economici e alle diverse politiche di sviluppo. Ad esempio Cina e Stati Uniti mai come oggi si trovano in contrasto sulle rispettive “rotte commerciali” intraprese. Nel frattempo spariscono atolli, città come Venezia affogano, intere foreste vanno in fumo ed il pianeta annaspa sofferente ed asfittico. Per questi ed altri gravi motivi saranno quelli che seguono i principali obiettivi che si prefiggeranno i partecipanti alla Conferenza per cercare di porre un freno alle catastrofi che oggi sono appena alla fase iniziale ma che già tanti danni hanno fatto e continueranno a fare. Indipendenza dal carbone ed adozione delle fonti rinnovabili (emissioni a zero entro il 2050). Superamento di eventuali difficoltà che inevitabilmente subentreranno durante la negoziazione e le relative “compensazioni” tra paesi direttamente legati alla commercializzazione del carbonio. Sviluppo delle energie rinnovabili (eolico, solare). Revisione del settore agroalimentare a cui si addebita il 34% delle emissioni globali di gas serra. Economia circolare. Nuove strategie da adottare per il riuso, riciclo e riduzioni varie. Smart grid. Reti intelligenti (distribuzione elettrica) che possano permettere l’eliminazione dello spreco di energia e la riduzione di emissioni nocive. Decarbonizzazione dei trasporti. Per aerei e navi si dovranno decidere strategie per ridurre le emissioni di CO2. Aiutare maggiormente i paesi in via di sviluppo (Grren Climate Fund). Sollecitare maggiormente tutti i Paesi a mettere in atto le  strategie migliorative indicate dagli scienziati (Ipcc). Efficienza energetica. Ogni Stato sarà invitato ad impegnarsi nello sviluppo delle politiche di innovazione e a raggiungere questo obiettivo per il raggiungimento del quale l’Europa fa da capofila avendo stimato di arrivare almeno al 35% entro il 2030. Il pianeta, sofferente ed in credito con l’uomo, attende gli esiti di questa Conferenza lanciando nel frattempo messaggi che solo gli ipocriti e gli affaristi senza scrupoli non possono cogliere. Sterminate isole di plastica, foreste devastate, ghiacciai che si sciolgono e poi e poi e poi… e poi diciamo basta!

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