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A Palazzo Bonaparte un’imperdibile mostra sull’universo artistico impressionista dal titolo “Impressionisti segreti”,

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ARIELA BOZZAOTRA

A Palazzo Bonaparte un’imperdibile mostra sull’universo artistico impressionista dal titolo “Impressionisti segreti”, a cura di Marianne Mathieu e Claire Durand-Ruel. La kermesse è prodotta e organizzata da Arthemisia con Generali Valore Cultura e Palazzo Bonaparte con il patrocinio del Mibac, dell’Ambasciata di Francia e della Regione Lazio; è realizzata in collaborazione con l’Assessorato alla crescita culturale di Roma Capitale.

L’iniziativa è sostenuta da Generali attraverso Valore Cultura, il programma per rendere l’arte e la cultura fruibili da un pubblico sempre più ampio. Attraverso 50 capolavori di grandi artisti quali Monet, Renoir, Cezanne, Pissarro, Gauguin etc, nascosti nelle più grandi collezioni private del mondo, viene ripercorsa l’intera parabola esistenziale dell’Impressionismo, il movimento artistico così battezzato dal critico Louis Leroy nel 1874 per definire la corrente di un gruppo di artisti, tutti nati intorno al 1830-40, che, rigettando i principi della pittura accademica, si fecero fautori della maggiore rivoluzione estetica dei loro tempi.

Abbandonando la raffigurazione di scene storiche, mitologiche e religiose eseguite negli atelier, questi giovani prediligono la pittura en plein air tratta dal vero. L’impressionista abbandona le vedute grandiose e posiziona il cavalletto davanti a scene della vita vera, cercando di cogliere la luce e gli agenti atmosferici nelle varie ore del giorno. Una pittura, dunque, vissuta, le cui principali caratteristiche sono: la scelta di soggetti tratti dalla quotidianità; un’immagine chiara, luminosa e variopinta liberata dai toni pesanti dei pittori accademici; lo studio degli effetti della luce sulle cose e sugli esseri viventi; la frammentazione della pennellata.

La nascita dell’Impressionismo fu sostenuta da una nuova classe di collezionisti, che presero le distanze dal Salon ufficiale e si impegnarono a favorire il riconoscimento ufficiale del movimento. Come in Francia anche negli Stati Uniti i collezionisti hanno giocato un ruolo decisivo nella diffusione dell’Impressionismo. Paul Durand-Ruel, impegnato nel sostegno del gruppo sin dall’inizio, trovò avallo nel pubblico statunitense. Questa pittura dai temi semplici e universali, paesaggi e figure, ha da sempre appassionato il pubblico privato.

All’interno dell’Impressionismo Renoir era soprattutto pittore di figure, donne e bambini. Eseguì circa 2000 ritratti, alcuni su commissione, altri di figure anonime. Tra i paesaggisti, invece, spiccavano Monet, Pissarro, Sisley e Guillaumin. Nel 1886 l’Impressionismo lascia il testimone al Neoimpressionismo, nato intorno a Georges Seurat e Paul Signac.

I Neoimpressionisti usano una tecnica scientifica e rigorosa: i colori non vengono più mescolati sulla tavolozza ma accostati direttamente sulla tela sottoforma di piccole pennellate. Identici sono i temi iconografici, l’uso del colore e della luce, ma dalle pennellate rapide si passa a tanti piccoli puntini.  

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