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Coronavirus e stress: ecco quali sono le “strutture di personalità” più a rischio

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Maria Malucelli – L’effetto della quarantena forzata dipende dalla struttura di personalità di ognuno di noi. Dobbiamo partire dal fatto che oltre a una struttura fisica, entro i 14 anni, ne sviluppiamo anche una psicologica. Noi abbiamo questi primi 14 anni di vita in cui su di noi scrive l’ambiente, i nostri genitori… successivamente iniziamo ad avere idee proprie. In base a questa struttura di personalità, che nella società contemporanea possiamo identificare in quattro situazioni, questo periodo stressogeno ha diverse influenze sulle persone.

Una struttura con ascendete fobico, che fa della paura il suo mestiere, una persona ipercontrollante, in questo momento è quella più a rischio. La solitudine diventa un problema, per chi è costretto a rispettare regole esterne che non ha scelto, si prospettano delle difficoltà. Chi ha sviluppato in qualche modo una sua modalità di stare molto sul controllo, di non avere piacere a stare solo, in questo momento vive una situazione di stress quasi illimitato, addirittura pericoloso. Tanto vero che per queste persone io consiglio una via fuga: una passeggiata rispettando i limiti imposti dal governo, una modalità di incontro virtuale con parenti ed amici. Questo rende tutto molto più facile.

Poi c’è una struttura di personalità che noi chiamiamo a “sfondo depressogeno“. Potremmo dire che è la migliore, perché si fonda su due pilastri: il sentirsi utile e lo sforzarsi. Ovviamente non parliamo della depressione come malattia, ma della struttura di personalità. In questo caso, chi vive la sua vita cercando di essere utile per gli altri e per se stessa, ed è abituato a fare sforzi, vive uno stress abbastanza leggero.

Un’altra struttura di personalità è chiamata “dap”, disturbi alimentari psicogeni. Cioè quelle persone che, o in eccesso o difetto, in situazioni emotivamente forti fanno riferimento al cibo, mangiando o no. E’ un’altra struttura a rischio, tutti i pazienti che vedo o sento, pensano che se non si ammaleranno di coronavirs, moriranno di obesità. Perché la chiusura, per queste persone porta molto a scivolare sul cibo.

L’ultima è quella che noi chiamiamo a tendenza ossessiva, ed è quella più scientifica, più metodica ed è quella che sta meglio in questa situazione. A queste persone, in verità, uscire o restare a casa gli cambia poco, hanno le loro abitudini: ascoltano la loro musica, leggono un libro, fanno lavoretti di falegnameria in casa. E’ la struttura che in questo momento rischia di meno.

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