cronaca

Aiuti di stato: quali rischi e vantaggi

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interris.it – https://urly.it/365_0

In questi tempi bui, non c’è solo la preoccupazione per la salute dei nostri concittadini, ma anche quella delle nostre aziende. In particolare, per quelle che – causa covid- non riusciranno mai più a ripartire e quindi falliranno o quelle che verranno acquisite da imprese estere. Da un punto di vista aziendalistico le acquisizioni non sono un male, anzi rappresentano a volte una condizione necessaria per ripartire. Ma, quando ci sono in gioco, aziende di interesse strategico per il Paese, sia per il settore in cui operano (trasporti, sicurezza e difesa, energia) che per l’importanza che ricoprono nel tessuto industriale italiano, la questione si complica molto. Ed è principalmente per questi punti che gli aiuti di stato sono di nuovo al centro del dibattito pubblico.

Per chiarezza, ma in sintesi, gli aiuti di Stato sono una delle forme di intervento (più in generale, quelli concessi “mediante risorse dello Stato”) nell’economia sotto forma di finanziamenti, diretti come erogazione di denaro o indiretti come agevolazioni-esenzioni tributarie, a favore di imprese nazionali. Questi aiuti in linea generale sono vietati poiché distorsivi della concorrenza e del mercato. Ma, se preventivamente notificati alle autorità competenti (in EU è la Commissione europea tramite la sua DG COMP) possono essere autorizzati in determinati casi. La norma di riferimento, e quella intorno alla quale ruota l’acceso dibattito relativo al COVID-19, è l’articolo 107 comma 2 del TFUE in cui si elencano le tipologie di aiuti compatibili con il mercato comune. Tale categoria comprende “gli aiuti destinati a ovviare ai danni arrecati dalle calamità naturali oppure da altri eventi eccezionali”.

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