Attualità

La Regione Abruzzo? Cucù! “Numero inesistente”

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ANDREA OLIVA

Le ASL privatizzate sono aziende: si tratta di istituti (privati) con ruolo esclusivo nell’esercizio di funzione pubblica (così è anche delle Agenzie delle Entrate, solo ieri Uffici Territoriali del Ministero del Tesoro). L’ente di Stato che, per contratto,  assegna l’esclusiva alle le ASL di riferimento è la Regione.

Per far quadrare i conti, la Regione può rivedere i costi del servizio (facoltà che le è riconosciuta per legge). Così, se, fino a ieri, le ASL si servivano della SIP (nome di fantasia), i Direttori, di concerto con la Regione, possono cambiare operatore, scegliendone uno meno caro. Pensate siano frescacce? Tutti i numeri di organi della Regione Abruzzo (le ASL, gli ispettorati Territoriali del lavoro – con competenze in materia di sorgenti di radiazioni ionizzanti, comprese le materie radioattive -, ecc…) sono passati ad altro operatore. Tu dici: “E allora?”

Oggi l’allaccio fisico praticamente non esiste più: è tutto digitale, come se telefonassimo con Skipe. Peccato che, se i numeri passati dal vecchio al nuovo operatore non sono allineati, come si dice gergalmente (se, cioè, i “codici” di input e output non corrispondono più), del numero chiamato, il vecchio operatore perde ogni traccia: “numero inattivo”, dice la voce.

E’ proprio quello che è successo: da ieri non esiste più nessun numero dei servizi della Regione Abruzzo. In tempo di covid, per non dire nel caso di sostanze radioattive, si può accettare che l’intero corpo di servizi della tale Regione risulti inesistente da un giorno all’altro? Si può, in nome del libero mercato?

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