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Parental burnout Covid: che cos’è – cosa si può fare?

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DINO NEANDRI

La pandemia ha determinato all’interno della vita di ognuno e delle famiglie delle situazioni che hanno portato alla luce in molti casi fragilità e senso di impotenza, soprattutto, da parte dei genitori. Stiamo parlando del “Parental Burnout Covid”, nuovo termine con il quale si vuole indicare un forte esaurimento provocato da situazioni molto stressanti e dalla quotidianità, a causa delle quali alcuni genitori possono essere portati ad una sorta di distacco nei confronti dei loro figli fino a provare nei loro confronti gravi disagi e sensi di colpa, nonché dubbi sulle proprie capacità genitoriali. I segnali di questo stato di malessere sono l’irritabilità, la stanchezza sin dal mattino e le poche energie rispetto alle nuove ed ulteriori responsabilità e impegni assunti nei confronti dei figli e dei loro impegni scolastici (e non solo), a causa della pandemia. Può subentrare la cosiddetta stanchezza psico-fisica. Un prolungato sovraccarico gestionale ed una continua richiesta/ricerca di soluzioni ai diversi problemi sopraggiunti, può portare ad una sensazione di inadeguatezza/impotenza i cui effetti sulla psiche e sul fisico possono determinare stati di ansia prolungata e desideri di fuga, con accresciuti sensi di colpa nel non sentirsi buoni genitori.

In questi casi viene consigliato di fermarsi e ragionare sul fatto che i figli non hanno bisogno di genitori/macchina che non sbaglino mai, ma di genitori che parlino con i figli e che svelino loro anche i propri malesseri. Non serve essere super genitori ma genitori consapevoli e farsi aiutare. I nonni, quando possibile, sono un’importante risorsa e ricordando sempre che i “genitori sono due” e che situazioni estreme come questa possono aiutare a consolidare i legami familiari. Pretendere troppo da se stessi non aiuta. Aiuta invece essere genitori sufficientemente buoni.
Il perfezionismo, l’inappuntabilità, alla lunga possono determinare l’insorgere di ulteriore stress in un equilibrio psico/fisico già provato, creando presupposti per sfociare in un esaurimento, con possibile distaccamento emotivo dal proprio figlio e poi, la mancanza di fiducia nelle proprie capacità come genitore all’altezza. Quindi No ai sensi di colpa, far richiesta di aiuto, nel caso, a persone di fiducia ed a professionisti del settore, poi trovare del tempo per se stessi per rilassare mente e corpo. Questi alcuni consigli per cercare di fronteggiare il “parental burnout” in epoca covid-19.

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