Attualità

L’Immigrazione non è uguale per tutti

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SIMONA CONSONI

Sono 300 mila gli Italiani emigrati all’estero al 2021 (ISTAT). Il risultato di uno studio di Uecoop registra un’emorragia di un +33% in soli 5 anni. Se prima era il Sud alla guida ora è il Nord, il motore occupazionale del Paese. L’“ammortizzatore sociale” costituito dai giovani lavoratori se ne va. Analizzando la situazione il 66% degli espatri posseggono un diploma superiore, il 15% una laurea. Lavoratori per lo più fra i 30 ed i 49 anni. Se ne vanno ammettendo che qui in Italia “Non c’è speranza, non c’è futuro”. Qui li chiamiamo cervelli in fuga.

Gli immigrati li chiamiamo poveracci. Il mare per noi è gioia, libertà, spensieratezza, divertimento. Per loro è incubo: inizio di un viaggio comprato a caro prezzo senza assicurazione sulla vita. Arrivano in condizioni disperate. Magari accade che vedano che un fratello stia morendo, scoppino a piangere e si aggrappino ad una volontaria: la donna viene insultata così pesantemente da dover chiudere tutti i suoi profili social. Per un abbraccio. I nostri ammortizzatori potrebbero essere loro se li sapessimo accogliere, se non fossimo razzisti ed ipocriti. L’Europa, incalzata anche dal Premier Draghi che ha portato sul tavolo europeo parole pesanti come macigni: “Sul tema immigrazione il nostro atteggiamento deve essere efficace ma soprattutto umano. Le immagini di quei bambini morti sono inaccettabili.” A breve si rivedrà il piano immigrazione e asilo. Speranze ne abbiamo? Non si sa ma #restiamoumani. 

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