Attualità

Un incontro e tante emozioni al BORGO COHOUSING.

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di PATRIZIO CONGIU

La linea ferroviaria transiberiana, collega dal 1937 la città di Mosca all’estremo oriente russo, in un tratto intermedio di circa 9.300 chilometri di binario, che tagliano in due la selvaggia taiga russa.

L’allora Politburo sovietico, la definì “la più grande e geniale realizzazione di ingegneria sovietica”.

Gli uomini passano, ma le grandi opere rimangono nel tempo.

In Italia, per fare un tratto di ferrovia pari a quello Transiberiano, impiegheremmo qualche generazione, diverse tonnellate di progetti ed una decina di tir pieni di disegni e varianti.

A Fontanafredda in provincia di Pordenone, una donna tira fuori un sogno per la solidarietà ed in pochi anni lo fa diventare una realtà con pochi disegni, che lei stessa si diverte ad abbozzare attraverso la Fondazione Alvise.

Viviana Cadamuro (questo il nome), riesce ad ottenere l’aiuto di tutti e questo è un altro dei misteri che circondano la sua figura carismatica.

Conosco Viviana, ringrazia sempre le persone con le quali realizza i suoi sogni, è sempre felice, serena, come se vivesse eternamente in dimensioni sempre nuove.

Ama chiedere aiuto ma non lo pretende, non fa domande ma dà risposte ed un’altra sua caratteristica, è quella di rispondere piuttosto che domandare.

Viviana è una linea transiberiana, sai dove inizia ma non dove finisce, corre come un treno inarrestabile sui binari del suo progetto e si fatica a seguirne l’immagine progressivamente cinetica, di un movimento costante e lineare.

Impossibile star dietro alla sua l’inesauribile energia ed ogni informazione bisogna carpirla nelle stazioni, dell’incessante immaginario correre del suo treno.

Una fonte affidabile mi ha riferito, che un suo recente incontro le ha fatto realizzare tre sogni e questo non posso perderlo, quindi mi precipito alla mia stazione immaginaria, dove so che passerà, per cercare di fermarla e intervistarla.

Viviana concede 7 domande e da 8 risposte, l’ottava è sempre un binario dritto di riflessioni sulla vita.

D. Viviana, una domanda per i lettori de “Il Faro”.

     Perché in ogni sua iniziativa, presenziano amministratori del territorio con fascia tricolore?

R. Incontrare le istituzioni dei territori è un’impresa molto complicata, sottrarsi o meno non dipende dalla loro volontà, ma dai mille impegni a cui sono sottoposti ogni giorno, tuttavia rispondono con entusiasmo e questo li rende per me unici. La Fascia Tricolore simbolicamente rappresenta l’intera Comunità e dona a tutti l’emozione dell’appartenenza e la condivisione di Valori.

Le rappresentanze Istituzionali ascoltano con attenzione e mi consentono di portare il messaggio ai territori attraverso di loro, regalandomi ogni volta un sogno che rafforza il mio coraggio.

D. Il borgo di Fontanafredda è ancora in fase embrionale, tuttavia risulta che ci siano momenti di convivialità e condivisione allargata, con incontri e confronti.

R. Ha detto bene, siamo in fase embrionale e l’etimologia del termine, viene proprio da “embrione”.

Questo, in natura rappresenta il primo stadio dello sviluppo di un organismo, il borgo Cohousing è qualche cosa di diverso, ma per noi racchiude il cuore e l‘anima di tutti quelli che l’hanno voluto, compresi gli amministratori locali ed i rappresentanti delle istituzioni territoriali che donano il loro Patrocinio.

Cosi come nell’embrione tutto si crea e prende forma, nei nostri incontri di condivisione, diamo forma e corpo al progetto che nascerà.

D. Lei Viviana, ama i sogni ma procede con i piedi ben piantati a terra, è un pregio o un difetto?

Sognare è un pregio, tenere i piedi ben piantati a terrà è una necessità.

I sogni sono sensazioni emozionali sottili che si catturano con il cuore, l’azione umana invece, richiede sacrificio e stabilità, le cose si tengono in equilibrio a vicenda.

Comunque, tra i nostri sostenitori abbiamo anche chi vive continuamente librandosi nell’aria e un po’ li invidio.

D. La prego, mi illumini.

Parlo dell’Associazione Nazionale Paracadutisti, sezione Basso Piave, li adoro.

Hanno realizzato per noi cose incredibili, come ad esempio ospitare la BOTTIGLIA eco-solidale, portare i tappi dal cielo con i loro paracadute, hanno condiviso con Belliere lo “squalo para”, il tappo griffato e da anni, attraverso il dono dei tappi di plastica, sostengo la Ricerca al C.R.O. Centro Di Riferimento Oncologico di Aviano

Ogni volta ci sorprendono con le loro iniziative e donano migliaia di tappi di sughero anche a sostegno dell’Associazione “Sogni”, Onlus di Giavera Del Montello.

D. Il suo progetto è sostenuto da un sogno e l’associazione paracadutisti è il simbolo di questo.

R. Il progetto è supportato simbolicamente da elementi di aria e di terra.

Tra i nostri sostenitori ci sono anche i Carristi di diverse regioni d’Italia e molte altre Associazioni, che sono l’espressione del territorio.

Sono talmente tante, che non voglio citarle tutte e rischiare di dimenticarne qualcuna, facendo un ingiusto torto, ma ti invito a leggere l’elenco di quelle presenti all’incontro dell’Alza Bandiera con i paracadutisti.

Tutte le associazioni a noi vicine ci danno il loro contributo di solidarietà, non finirò mai di ringraziarle.

Tuttavia, spero che diventino sempre di più ed ogni associazione a statuto solidale, si possa in futuro avvicinare a noi, donandoci la presenza di almeno una figura rappresentativa ad ogni evento, affinchè lo stesso sia poi l’evento di tutti.

D. Torno per un attimo all’alza bandiera dei paracadutisti, per chiederle cosa c’entra la piccola Angelica con loro.

R. Angelica è un angelo di nome e di fatto che vive a Casalserugo Pd

E’ una bambina che ha ricevuto il midollo osseo dal papà ed è la mascotte del nostro progetto di solidarietà, che riguarda la piccola e preziosa betoniera eco-solidale.

Angelica è una combattente come anche i paracadutisti e per questo, insieme a loro è stato realizzato un Alza bandiera, in cui Angelica come ogni combattente, salutava sull’attenti il tricolore.  

D. Considerati i venti di guerra che spirano, vorrei allontanarmi da questo contesto e parlare di iniziative botaniche, visto che il borgo è circondato di verde.

R. Le piante ci permettono di vivere e noi dobbiamo far vivere loro.

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