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Riduzione dei consumi, centrali a carbone ai massimi e gas russo al 18%: ecco il piano Cingolani

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Nessuna misura drastica anche nel caso in cui dovesse materializzarsi lo scenario più fosco con la chiusura completa dei rubinetti del gas russo. Anche perché la dipendenza da Mosca è scesa in 6 mesi dal 40% (i 29 miliardi di metri cubi che importavamo ancora nel 2021) all’attuale 18 per cento. E potrebbe scendere ancora, fino al 10%, con i due rigassificatori galleggianti acquistati da Snam e destinati a Piombino e Ravenna. Tradotto: non ci saranno, quindi, razionamenti su larga scala per le imprese come paventato oltreconfine (leggi Francia). Né le lancette verranno rimandate indietro con i dipendenti pubblici rispediti di nuovo in smart working o con la riattivazione della didattica a distanza (la famosa Dad) o delle settimane corte nelle scuole per tagliare i consumi energetici. Anche perché la posizione del governo è chiara. «Nessun ritorno al passato».

Il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, conferma la linea della prudenza e ieri, in Consiglio dei ministri, ha presentato il pacchetto di interventi al centro del piano di risparmio gas per il settore civile, abitativo, residenziale, sia pubblico sia privato, che ricalca lo studio presentato a luglio dall’Enea e nel quale è prevista innanzitutto una minima riduzione delle temperature del riscaldamento (da 20 a 19 gradi negli uffici e nelle case con lo spegnimento dei termosifoni un’ora prima e con un maggiore sforzo nelle aree climatiche meno rigide), da veicolare attraverso una campagna di comunicazione ad hoc e che dovrebbe scattare da ottobre con un decreto ministeriale pronto a stretto giro. (ilsole24ore.com)

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