cronaca

Un fondo londinese per salvare l’Acquario dell’Eur. Simioni: “Progetto centrale per Roma”

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Siamo in trattative con il fondo londinese Zetland Capital per vendergli tutte le nostre quote della società Mare Nostrum, che fino ad oggi, con circa 120 milioni, ha quasi ultimato l’Acquario dell’Eur: 15mila metri quadrati di grandi vasche sotto il laghetto e un parcheggio di 700 posti macchina già funzionante da dieci anni”. A dirlo a Repubblica è Domenico Ricciardi, presidente di Mare Nostrum, la società a cui fa capo la costruzione dell’Acquario di Roma.

Il progetto – scrive il quotidiano di Molinari – bloccato da oltre dieci anni dai continui stop and go della Mare Nostrum, che ha rischiato il fallimento ed è passata attraverso un concordato con il Tribunale. E ora cede il testimone. Quando ci sarà l’ufficialità dell’accordo, Eur Spa rimetterà a bando la concessione per allungarla. Così potranno riprendere i lavori.

“Se Eur Spa – dice Ricciardi a Repubblica riuscirà a indire la gara europea per la concessione entro l’estate, allungandola da 30 a 60 anni in quanto tutti i costi dal 2008 sono raddoppiati per ottemperare alle nuove norme di sicurezza, si può pensare di aprire l’Acquario entro Pasqua del 2024. In tempo per il Giubileo, anche con una mostra sulla Storia del Cristianesimo. Cosa manca da fare? Le rifiniture per bar e ristoranti, il caricamento dell’acqua nelle vasche e l’immissione dei pesci del Mediterraneo. Il costo è di circa 10 milioni”.

radiocolonna.it

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