Costume e Società

Italiani, uno su tre è analfabeta funzionale

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Per analfabetismo funzionale si intende l’incapacità di usare in modo efficace le abilità di letturascrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana; si traduce quindi nell’incapacità di comprendere, valutare e usare le informazioni di cui si dispone.

Più del 30% degli italiani non riesce a capire testi complessi e interpretare dati e statistiche. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) sull’analfabetismo funzionale. Risulta una situazione preoccupante per il nostro Paese, che si piazza negli ultimi posti tra le 31 nazioni esaminate per capacità di lettura, calcolo e risoluzione dei problemi nella popolazione tra i 16 e i 65 anni.  L’Ocse con questo studio attesta l’inadeguatezza delle competenze base nella popolazione adulta, provocando un aumento delle diseguaglianze.  Lo studio, svolto tra il 2022 e il 2023, sottolinea un aggravamento rispetto alla precedente indagine del 2013.

Il confronto con sistemi formativi più moderni mostra un altro aspetto critico: i laureati italiani rivelano competenze inferiori ai diplomati finlandesi. Un divario che non dipende solo dalla qualità dell’istruzione universitaria, ma anche dalla scarsa diffusione della formazione continua nelle imprese e negli enti pubblici italiani. In Finlandia come in altri paesi del nord Europa, l’apprendimento continua durante l’intero arco della vita lavorativa, a differenza dell’Italia che si conclude prevalentemente con la fine della scuola.

Tra le maggiori criticità, gli italiani non hanno la dote del ‘problem solving’, ovvero la capacità di individuare un problema, capire velocemente le cause che lo hanno scatenato e le ripercussioni che potrebbe avere in un ambiente: analizzare tutto il contesto in cui si inserisce e gli elementi che potrebbero influire sulla decisione finale e, infine, trovare la soluzione migliore. Infatti il 46% dei partecipanti italiani non supera il test, contro una media Ocse del 29%. In questa fascia rientrano persone che riescono a risolvere solo problematiche con poche variabili.

L’analfabetismo funzionale ha conseguenze anche nelle retribuzioni. Circa il 30% dei lavoratori svolge mansioni non adeguate con la propria preparazione: architetti nel ruolo di commessi, ingegneri impiegati in lavori generici, laureati relegati a compiti ripetitivi. Il costo non è solo economico ma, il mancato utilizzo delle proprie competenze, si traduce spesso in frustrazione e insoddisfazione della propria vita.

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