Calvario in ospedale
MARIA TERESA ACCARDO
La situazione degli ospedali di Roma e purtroppo, anche in tutto il resto d’Italia, è sempre più critica. Entrare in quello che dovrebbe essere un luogo di cura, diventa di per sé, un fattore altamente nocivo, che peggiora ulteriormente le condizioni di salute del paziente.
Di seguito la testimonianza di R, una donna con disabilità motoria in sovrappeso, attualmente ricoverata in uno storico ospedale romano, senza ricevere la cura e l’assistenza di cui necessita.
“Sono due mesi che subisco un trattamento incivile. Infermieri, OSS e medici, non sono mai stati in grado di farmi alzare dal letto (letto desueto a manovella) e posizionarmi su una sedia a rotelle, perché il padiglione non ha un sollevatore e le divise delle poche infermiere/i e delle/gli OSS sono “il mal di schiena d’ordinanza” La fisioterapia per le persone con disabilità come me, o comunque, di tutte quelle forzatamente allettate, è indispensabile, ma purtroppo non rientra nella politica di questo e neanche di altri nosocomi Italiani. I fisioterapisti dovrebbero essere presenti quotidianamente nei reparti per dare sollievo e movimentare i pazienti costretti a letto. Mancano i medicinali, come il banale Maloox e scarseggiano lenzuola e coperte. Si fa a meno anche delle traverse usa e getta per evitare di far dormire i pazienti in un letto bagnato. Per non parlare del cibo, del quale la maggior parte dei pazienti si lamenta e gran parte viene gettato nella spazzatura.
Ho precedentemente subito un intervento alla gamba e, a seguito dell’operazione, l’arto resta piegato. Il chirurgo mi ha detto che in fondo non c’è molto di cui preoccuparsi, dal momento che non cammino!”
Per R, questa degenza è un vero luogo di umiliazione e sofferenza, che in gran parte potrebbe essere evitata se solo il sistema sanitario funzionasse in modo adeguato.
Il caso di R, non è isolato, basta dare un’occhiata alle condizioni degli ospedali per rendersi conto dell’emergenza in corso. Corridoi affollati con pazienti su barelle che aspettano per ore di essere visitati, personale medico e infermieristico sottodimensionato. E questi sono solo alcuni dei problemi più evidenti. Dietro le quinte, la mancanza di fondi, attrezzature obsolete e scarsità di posti letto rendono la situazione ancor più drammatica.
Infine, pare che il sistema sanitario del Lazio e non solo, sia volutamente lasciato in uno stato di disorganizzazione per permettere speculazioni a favore di strutture sanitarie private. Sarà questo il futuro del nostro Sistema Sanitario Nazionale che il mondo ci invidia?

