Arresto in flagranza differita, un’altra forma di tutela contro la violenza sulle donne?
PAOLO PICCIOTTO
L’art 10 della Legge Roccella del 2023 per contrastare il fenomeno diffuso di violenza domestica e di genere ha introdotto l’istituto dell’arresto in flagranza differita, già applicato per combattere la violenza in occasione delle manifestazioni sportive.
Il nuovo art. 382-bis c.p.p. considera in stato di flagranza, inserendo un tertium genus dopo la flagranza e quasi flagranza, colui che risulti autore di 3 specifici delitti, per i quali l’art. 380 c. 2 lett. l-ter) c.p.p. prevede l’arresto obbligatorio in flagranza, sulla base di documentazione “tecnologica”: videofotografica o da altra documentazione come dispositivi di comunicazione informatica o telematica (messaggi e-mail, sms, WhatsApp, ecc.), legittimamente ottenuta ovvero acquisita nel rispetto della normativa relativa alla protezione dei dati personali (GDPR).
Caratteristica fondamentale è quindi il riferimento ai 3 reati indicati quali
1- violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa o elusione dell’ordine di protezione o di un provvedimento analogo
2- maltrattamenti contro familiari e conviventi (art. 572 c.p.);
3- atti persecutori (art. 612-bis c.p.).
Nonostante vi siano evidenti limiti all’applicazione concreta dell’istituto in esame, come rilevato da recente giurisprudenza, va riconosciuto il merito di aver introdotto un ulteriore strumento di contrasto alla violenza di genere con una anticipazione della protezione della vittima.