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In Salute. Si avvicina un approccio integrato alla menopausa

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….. La menopausa è il periodo della vita delle persone di sesso femminile che inizia una volta che sono passati 12 mesi dall’ultima mestruazione, secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’evento biologico che la scatena è la cessazione dell’attività follicolare delle ovaie (il rilascio di un ovulo fertile ogni mese) ed è, di conseguenza, la conclusione del periodo di fertilità del corpo femminile.

La menopausa induce un’ampia gamma di trasformazioni nel corpo – trasformazioni che riguardano l’alterazione delle concentrazioni ormonali e, a cascata, una serie di cambiamenti, come la diversa distribuzione del grasso corporeo, il potenziale aumento del rischio di malattie cardiovascolari, l’indebolimento della densità delle ossa, la più alta esposizione all’incidenza della depressione e di altri disturbi dell’umore.

Sono molte più le donne degli uomini in età avanzata. Questo significa che, in una popolazione mondiale ancora in crescita e con una tendenza all’invecchiamento – molto più marcata, per ora, nei Paesi industrializzati –, la menopausa è una condizione che interessa la maggior parte delle persone anziane.

Dal 2000 al 2021, l’aspettativa di vita media delle persone è aumentata costantemente a livello globale (seppur con una notevole battuta d’arresto tra 2020 e 2021, per l’impatto della pandemia da Covid-19). La media globale è, al 2021, di 71,4 anni, ma vi è un discreto scarto tra i due sessi. Mentre la media globale dell’aspettativa di vita è di 68,9 anni per un uomo, una donna vive in media molto di più: circa 74 anni.

Inoltre, il rapporto tra i sessi nella popolazione umana – che è variabile e, ad oggi, è un poco sbilanciato verso le persone di sesso maschile, che rappresentano poco più della metà della popolazione mondiale – vira sempre più a favore delle persone di sesso femminile con l’avanzare dell’età. Nel 2021, ad esempio, il rapporto tra i sessi era circa alla pari tra le persone di 50 anni, ma si sbilanciava decisamente nelle persone di 70 anni, fascia d’età nella quale si contavano solo 86 uomini ogni 100 donne.

Nonostante ciò, come molte condizioni di salute che sono esclusive o che si manifestano soprattutto tra le persone di sesso femminile (ad esempio, l’emicrania o la depressione), la conoscenza della menopausa e soprattutto il finanziamento alla ricerca di trattamenti che ne curino i sintomi sono ancora poco attivi, se paragonati all’interesse intellettuale ed economico che ricevono altri problemi sanitari che, in termini numerici, hanno una diffusione simile nella popolazione mondiale. Secondo un editoriale pubblicato sulla rivista scientifica Nature Reviews Bioengineering, nel 2020 solo il 5% dei fondi in ricerca e sviluppo in tutto il mondo è stato destinato alla ricerca sulla salute femminile; di questo 5%, ben il 4% ha finanziato la ricerca sui tumori che colpiscono le donne, e il restante 1% è stato spartito tra tutte le altre malattie, con un’ulteriore disparità interna, dato che il 25% di questa frazione è stato destinato alle ricerche sulla fertilità.

Il trattamento della menopausa: la terapia ormonale sostitutiva

Nonostante i numeri non siano incoraggianti, questa disparità nell’attenzione alle condizioni di salute femminili – forse anche strascico di un sessismo ancora diffuso – si sta pian piano riducendo. Nel caso della menopausa, stanno aumentando esponenzialmente sia la comprensione dei suoi meccanismi, sia la messa a punto di trattamenti sempre più sicuri ed efficaci per la riduzione dei sintomi più debilitanti.

L’obiettivo di questi trattamenti è migliorare la qualità di vita delle persone in menopausa che accusano sintomi, dato che, in alcuni casi, questi possono impattare molto negativamente sulla qualità di vita.

Come spiega a Il Bo Live Nicoletta Di Simone, professoressa ordinaria e direttrice della scuola di specializzazione in Ginecologia e ostetricia all’università Humanitas di Milano e responsabile del Centro Multidisciplinare per la Menopausa dello stesso istituto, con l’allungamento dell’aspettativa di vita e il progressivo cambiamento del ruolo sociale delle donne, che lavorano fino a tarda età e sovente ricoprono ruoli decisionali, «bisogna prestare maggiore attenzione alla fase menopausale, che per molte donne rappresenterà circa metà della loro vita. L’obiettivo è far sì che possano mantenere un buon livello di benessere fisico e psicologico e un buon livello di produttività lavorativa».

Una delle terapie più diffuse per contrastare i sintomi della menopausa è la Terapia Ormonale Sostitutiva, che consiste nella somministrazione di un insieme di ormoni (estrogeno e progesterone in proporzione variabile a seconda delle esigenze) vòlto a sopperire al calo della produzione ormonale tipico della menopausa.

Nel 2002 vennero pubblicati alcuni risultati preliminari di un ampio studio, noto come Women’s Health Initiative, che evidenziavano un lieve aumento del rischio di tumore alla mammella e di malattie cardiovascolari in associazione con l’assunzione di una terapia ormonale sostitutiva: in seguito a quella pubblicazione, il ricorso a questo trattamento si è ridotto moltissimo in tutto il mondo. Ma studi più recenti hanno superato e contestualizzato quei risultati, dimostrando che, a determinate condizioni, i rischi di questa terapia non superano i suoi benefici.

https://ilbolive.unipd.it/it/news/scienza-ricerca/salute-si-avvicina-approccio-integrato-menopausa

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