Vigili del fuoco

Indagine sui tumori tra i Vigili del Fuoco: analisi su aria e acqua nelle caserme, possibile legame con le sostanze Pfas

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Cresce la preoccupazione tra i Vigili del Fuoco di Arezzo dopo la scomparsa, nel giro di pochi mesi, di tre colleghi colpiti da glioblastoma, un tumore raro al cervello. Le famiglie delle vittime chiedono chiarezza e trasparenza sulle possibili cause della malattia, mentre prende il via un’indagine interna che si svilupperà su due fronti.

La Direzione Salute dei Vigili del Fuoco ha avviato un’indagine per chiarire il possibile collegamento tra l’esposizione alle sostanze Pfas e la comparsa di tumori rari, come il glioblastoma. Il provvedimento è stato preso dopo il decesso di tre vigili del fuoco di Arezzo, Antonio Ralli, Maurizio Ponti e Mario Marraghini, tutti colpiti dalla stessa patologia nel giro di pochi mesi. Da un lato, è già in corso una ricerca scientifica, condotta in collaborazione con l’Università di Bologna, per approfondire l’eventuale correlazione tra l’esposizione a sostanze chimiche e la malattia. Dall’altro, sono stati avviati controlli ambientali nelle sedi operative, con analisi sulla qualità dell’aria e dell’acqua nelle caserme di Arezzo, Bibbiena, Cortona e Montevarchi.

L’ipotesi è che queste sostanze, presenti nei materiali ignifughi e nei dispositivi di protezione individuale, possano aver avuto un impatto sulla salute degli operatori. Per questo, la struttura centrale del Corpo ha chiesto anche l’intervento di università e centri di ricerca per studiare l’eventuale correlazione tra l’esposizione ai Pfas e l’insorgenza della malattia.

Il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco, Fabrizio Baglioni, ha ribadito il massimo impegno nel fare luce sulla vicenda: “Non sottovalutiamo nulla. Mostreremo ai familiari la nostra totale collaborazione e ci impegneremo affinché vengano eseguiti tutti i controlli necessari”.

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