IL RITORNO DELLA GEOPOLITICA
FEDERICO SIRACUSA
Per lunghi anni la geopolitica è stata demonizzata come una “scienza nazista”.
La geopolitica, fino alla fine della seconda guerra mondiale, era un pensiero ideologico che legava strettamente la politica internazionale alla geografia politica ed era stata funzionale a legittimare la politica estera revanscista della Germania.

Infatti, la Germania aveva perso la Prima Guerra Mondiale e nel Trattato di Versailles del 1919, le potenze vincitrici (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e le altre nazioni alleate) le imposero misure molto punitive in termini territoriali, oltre che economici e militari: circa 7 milioni di tedeschi vivevano ormai al di fuori dei confini della Germania. I tedeschi dovettero rinunciare ad un’ampia parte dei loro territori e questa fu anche una delle cause dell’instabilità politica internazionale e della successiva seconda guerra mondiale.
Dopo la seconda guerra mondiale il termine geopolitica è stato messo al bando in quanto veniva considerato assolutamente incompatibile con il nuovo ordine mondiale internazionale democratico, pacifico e basato sulle regole. Infatti, il nuovo assetto mondiale uscito dalla Conferenza di Yalta del 1945 prevedeva una divisione e una spartizione del mondo sulla base di criteri ideologici e non più geografici.
Il termine di Geopolitik è stato coniato nel 1899 dallo svedese Rudolf Kjellén.
Rudolf Kjellén (1864-1922) era un allievo del geografo tedesco Friedrich Ratzel, che è il padre nobile della geopolitica tedesca.
Secondo Kjellén lo Stato ha una “forma di vita”. Lui concepisce lo Stato come un organismo biologico, che ha un vero e proprio ciclo vitale con delle naturali tendenze di sviluppo (espansione).
LO SPAZIO VITALE
Friedrich Ratzel (1844 – 1904) sostiene la teoria dello “spazio vitale”, infatti lui vede la politica internazionale come una battaglia per lo spazio che spinge gli Stati ad allargare la propria sfera d’influenza al fine di soddisfare i propri bisogni economici, alimentari e culturali.
Secondo il tedesco Friedrich Ratzel ogni Stato ha la necessità biologica di espandersi, altrimenti entra in una fase di decadenza. L’espansione è la condizione imprescindibile per assicurare la sopravvivenza dello Stato. Ogni Stato si espande per necessità di biologiche, lo spazio è un fine in sé.

IL DOMINIO DEI MARI
L’ammiraglio americano Alfred Thayer Mahan (1840 – 1914) individua nel dominio dei mari la base per il dominio occidentale. In quel periodo storico le potenze marittime avevano vinto contro le potenze terrestri. Secondo Mahan attraverso il controllo delle vie di comunicazione marittime si esercita il controllo del commercio mondiale, e quindi il governo del mondo. Da qui l’importanza cruciale di controllare i “choke-points”, ovvero gli stretti che possono bloccare il passaggio delle navi commerciali nemiche. E’ importante controllare i colli di bottiglia oceanici non per conquistare nuovi territori ma per esercitare una pressione politica sugli altri Stati senza la necessità di dover intraprendere guerre.
L’attualità di questo pensiero strategico si intravede nelle presenti tensioni internazionali volte al controllo dei colli di bottiglia: Stretto di Malacca, Taiwan, Canale di Panama, Stretto di Gibilterra, Bosforo e Dardanelli, Canale di Suez, Stretto di Bab el-Mandeb. Questi sono i sette snodi naturali o artificiali dove transita la quasi totalità delle merci e dei cavi internet su scala mondiale. Infatti, ben l’80% del volume degli scambi commerciali internazionale transita via mare.
HEARTLAND, IL CUORE DELLA TERRA
Il britannico Halford John Mackinder (1861 – 1947) vive in un periodo storico in cui si intravede il declino britannico e c’è il rischio di assistere ad una transizione egemonica. Mackinder prova ad individuare l’area geografica dove sarebbe potuta sorgere una potenza in grado di sfidare l’impero britannico.

Mackinder individua una precisa zona geografica che se fosse stata unificata sotto un’unica guida politica, essendo inaccessibile dal mare, con il tempo avrebbe potuto sfidare le potenze marittime. Quest’area geografica che si estende da Vladistok, dall’estremo oriente, alla Germania è nota con il nome di “Pivot”, regione perno, o anche “Heartland”, il cuore della terra.
Il dominio dell’Heartland è il presupposto per il dominio del mondo. Pertanto, è indispensabile impedire che la Germania guardi ad Est, ed evitare a qualunque costo un’alleanza tra Unione Sovietica e Germania.
Quando analizziamo gli avvenimenti attuali e le conseguenze dell’attuale guerra Ucraina-Russia c’è chi intravede nel conflitto il risultato di un pensiero strategico volto proprio ad impedire l’unione tra la Germania e la Russia.
Il dominio dell’Heartland è la garanzia del potere globale e questo “potrebbe avvenire se la Germania si alleasse con la Russia”.
RIMLAND

Lo statunitense Nicholas John Spykman (1893 – 1943) ha rivisitato il pensiero geopolitico di Mackinder e ha formulato la teoria dell’importanza geostrategica del Rimland, ovvero della fascia costiera euroasiatica.
Il Rimland è diviso in tre sezioni, fra le coste europee, il deserto arabico-mediorientale ed i monsoni asiatici. «Chi controlla il Rimland comanda l’Eurasia; chi controlla l’Eurasia controlla i destini del mondo». Infatti, Spykman ritiene fondamentale il potere marittimo che si esplica mediante il controllo della cintura degli Stati marittimi e costieri che cingono il cuore dell’Eurasia
In definitiva, il Rimland assicura il controllo dell’Eurasia e consente di ottenere il dominio globale.