Vigili del fuoco

PFAS, nuovi dati mostrano la presenza degli inquinanti nel sangue dei vigili del fuoco.

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Nuovi dati diffusi oggi sulla presenza di PFAS (composti poli e perfluoroalchilici) nei dispositivi di protezione individuali e nel sangue di 16 Vigili del Fuoco provenienti dai comandi di Catania, Padova, Verona, Alessandria, Genova e Pisa evidenziano un quadro poco rassicurante circa l’esposizione sanitaria della categoria a questi pericolosi inquinanti. È quanto emerso da una conferenza stampa tenutasi oggi presso la Camera dei Deputati organizzata dal sindacato USB Vigili del Fuoco in collaborazione con Greenpeace Italia, con la partecipazione della dottoressa Vitalia Murgia di ISDE Medici per l’Ambiente, e della professoressa Claudia Marcolungo, docente dell’Università di Padova.

I dati diffusi in data odierna, frutto di un monitoraggio indipendente realizzato da USB in collaborazione con Greenpeace, hanno portato all’attenzione della politica nazionale e agli organi competenti il problema dei PFAS, sostanze chimiche di sintesi a cui i Vigili del Fuoco sono esposti nelle loro attività lavorativa attraverso le schiume antincendio e l’utilizzo di dispositivi di protezione individuali.

Nel corso dell’evento sono stati illustrati i dati sierologici (analisi sul siero estratto dal sangue) che 16 operatori hanno effettuato presso l’ospedale Universitario di Aquisgrana (Aachen) in Germania. Pur non evidenziando valori particolarmente elevati, i dati superano la prima soglia di rischio individuata dalla National Academy of Sciences e suggeriscono l’avvio di un biomonitoraggio periodico per il personale. Oltre al PFOA (noto cancerogeno) e al PFOS (possibile cancerogeno), desta particolare preoccupazione la presenza nel siero di uno specifico composto: l’ADV che, in base a quanto noto, viene prodotto solo nello stabilimento ex Solvay, oggi Syensqo, di Alessandria.

Anche i dati relativi ai dispositivi di protezione individuale dei Vigili del Fuoco italiani confermano la presenza di un’alta concentrazione di PFAS e di Fluoro Organico, un parametro che stima la presenza di tutti PFAS (ne esistono oltre 10 mila molecole) non misurabili singolarmente.

Come già evidenziato nel 2023 dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), organo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’esposizione professionale dei vigili del fuoco è stata classificata come cancerogena per gli esseri umani (Gruppo 1). Per i PFAS i Vigili del Fuoco sono doppiamente esposti: non solo come cittadini che possono entrare in contatto con queste sostanze attraverso acqua, aria, alimenti e prodotti di uso quotidiano ma anche a livello professionale, rendendoli doppiamente vulnerabili.

https://www.sardegnagol.eu/pfas-nuovi-dati-mostrano-la-presenza-degli-inquinanti-nel-sangue-dei-vigili-del-fuoco/

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