cronaca

Abolizione del permesso speciale, ecco perché chi ne ha diritto non potrà comunque essere espulso. E intaserà i tribunali

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Da oggi in Senato si discute della conversione in legge del cosiddetto decreto Cutro (dl 20/2023) sull’immigrazione e, con tutta probabilità, dell’abolizione della protezione speciale, una delle tre forme di tutela previste nel nostro Paese insieme all’asilo politico e alla protezione sussidiaria. La premier Giorgia Meloni ha ribadito la volontà di “eliminare” l’istituto. Da capire se a emendare il decreto sarà ora un testo inedito da presentare a Palazzo Madama o lo stesso già depositato venerdì scorso in commissione Affari costituzionali, il sub-emendamento della maggioranza che abroga il riferimento agli obblighi internazionali e costituzionali in materia. “Mi pare questo il peggioramento più evidente rispetto al decreto partorito lo scorso 10 marzo”, commenta Livio Neri, avvocato e socio dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi). Che invita a non farsi illusioni: “Gli obblighi sanciti dalla Costituzione e dalla CEDU rimangono, e se viene meno il percorso della protezione speciale sarà l’autorità giudiziaria a riconoscere gli stessi diritti, come già accaduto in passato”. Ma con un’aggravante: “Senza lo strumento idoneo, le persone che non potremo comunque espellere non avranno uno status sufficientemente definito, e questo non può certo essere un vantaggio per il Paese”.

ilfattoquotidiano

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