Interviste

Intervista a Pandora, la prima donna

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ALEJANDRO MASATTI

Lei è nata nell’epoca greca dorata?

No. In quell’epoca non c’erano le donne propriamente tali. Si nasceva direttamente dalla terra e gli umani convivevano con gli dèi in perfetta armonia. Non si lavorava nemmeno e la morte ci sorprendeva con molta delicatezza.

Quindi vicinanza con gli dèi, morte piacevole, non si lavorava, e non c’erano le donne. Ora capisco il nome di  “Età dell’oro”….

I fatti sono questi: Epimeteo, mio marito, fu incaricato da suo fratello, Prometeo, quello che amava gli uomini, di creare i mortali. Prima gli animali, ciascuno con dei doni e dei talenti naturali necessari per convivere gli uni con gli altri. Un piccolo e perfetto cosmo dove ogni creatura aveva dei doni, un luogo in cui vivere (cielo, acqua, terra), un archetipo, un modello da seguire. L’unico svantaggio era che non fossero liberi perché vi si dovevano attenere. Quando mio cognato, Prometeo, ha visto l’opera, si è reso conto che mio marito non aveva lasciato nessun dono per gli uomini. Una catastrofe. Per risolvere il problema e poiché amava gli umani,  decise  di  concedergli dei doni speciali e per questo motivo rubò il fuoco dalle forge di Efesto ed insieme alle arti, li donò ai mortali  perché si fabbricassero loro stessi quello di cui avessero bisogno.

 Perciò quello che all’inizio pareva una catastrofe, è diventato il più grande regalo: la” libertà”.

Non siamo degli archetipi per questo siamo costretti ad essere liberi e a crearci il nostro proprio destino. Siccome l’uomo non è niente, può diventare tutto.

Però questa libertà porta con sé anche il pericolo della Hybris, della superbia, dell’orgoglio. Credersi uguali agli dèi, perché possiedono i doni, l’intelligenza, il fuoco: i mortali sono capaci di distruggere anche il cosmo.

Per amore dei mortali Prometeo inganna anche Zeus e lui non glielo perdonerà facilmente…

Zeus punisce i mortali in tre modi: si riprende il fuoco, nasconde (sotterra) i semi, ed invia me, Pandora, donna fatale dalla meravigliosa apparenza e ricca di tanti doni, ma dal cuore insensibile. Sono anche curiosa e questo condurrà gli uomini alla perdizione. Ho portato con me un vaso all’interno del quale Zeus ha racchiuso tutti i mali che possono affliggere l’umanità.

Aprendolo ha portato gli uomini alla rovina?

…. Sì, anche se in fondo al vaso c’è la speranza.

Il concetto di speranza ha però un significato diverso per i greci ed i cristiani?

Per i primi ha un’accezione negativa perché è desiderare qualcosa che ancora non abbiamo, non sapendo neanche quando arriverà. Per i secondi è il dono più grande ricevuto dal cristianesimo.

Però ho portato con me l’Amore che, in ogni caso, compensa a tutti i mali di questo mondo.

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