cronaca

L’azzardo dopo il lockdown: tutto come prima? O anche peggio…

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interris.it – https://www.interris.it/intervento/lazzardo-dopo-il-lockdown-tutto-come-prima-o-anche-peggio/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=giornaliera

La chiusura per circa 100 giorni di tutta la vasta ed agguerrita industria dell’azzardo di massa – con oltre 250 mila punti di gioco nelle 107 province tra sale giochi, sale scommesse e sale bingo ed altri luoghi autorizzati all’offerta – a causa dell’emergenza Coronavirus in Italia ha determinato due fatti di grande importanza individuale e collettiva:– il crollo della spesa legata alle attività dei luoghi di gioco,– la remissione almeno temporanea dei disturbi del comportamento correlati all’azzardo e dei problemi da esso indotti o ad esso direttamente o indirettamente riferibili in un  numero molto elevato di gamblers e cosiddetti giocatori problematici, almeno secondo le testimonianze dei diretti interessati.Dalle prime indagini di mercato non si evidenzia peraltro una significativa conversione della pratica dell’azzardo fisico o in presenza (leggi rapporto con i dispositivi o i prodotti di gioco) in azzardo online.Pertanto è possibile affermare senza tema di smentita che la riduzione dell’offerta “fisica” di azzardo in tale fase storica ha prodotto anche un blocco nel processo di sviluppo e consolidamento dei meccanismi di addiction nei giocatori problematici e della reiterazione dei comportamenti compulsivi nei soggetti collocabili in una condizione molto avanzata e grave di Disturbo da Gioco d’ Azzardo (DGA). In sostanza, molti “giocatori” hanno interrotta la pratica del gambling e spontaneamente hanno conosciuto una remissione del sintomo della dipendenza.

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