cronaca

Legambiente: dal 1970 a oggi erosione costiera triplicata

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L’erosione è causata dal consumo di suolo ed è aggravata dalla crisi climatica. In futuro, secondo gli scienziati del Cnr e di Enea, a rischio inondazione ci sarà un’area pari a quella della Liguria

L’annuale rapporto di Legambiente sulle spiagge italiane fa suonare il campanello d’allarme sopratutto per quanto riguarda l’erosione delle coste. Il risultato di questo fenomeno è che le spiagge sono sempre più piccole. Ad accendere i riflettori sul problema dell’erosione un dato su tutti: dal 1970 ad oggi i tratti di litorale soggetti ad erosione sono triplicati. Di più, in media oggi ne soffrono quasi 5 spiagge su dieci, il 46% delle coste sabbiose, con tendenze molto diverse tra le regioni, che vedono picchi del 60% e oltre in Abruzzo, Sicilia e Calabria. “In media – spiega il rapporto dell’associazione ecologista – è come se avessimo perso 23 metri di profondità di spiaggia per tutti i 1750 km di litorale in erosione”.

Nel suo ultimo report, basato sugli ultimi dati pubblicati dal Ministero dell’Ambiente in collaborazione con ISPRA e con le 15 Regioni marittime, Legambiente oltre a evidenziare il fenomeno va alla ricerca di quelle che sono le sue cause principali. È a questo punto che emerge che gran parte dell’erosione in Italia è dovuto agli esseri umani, e più precisamente al consumo di suolo, con la costruzione di edifici e di nuove opere infrastrutturali portuali o di opere rigide a difesa dei litorali. A questa situazione va sommata quella globale della crisi climatica e, in particolare, il problema dell’innalzamento del livello del livello del mare. Analizzare l’attuale situazione e gli scenari futuri delle aree costiere rappresenta dunque un fattore decisivo per salvaguardare e prevenire i danni.

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