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Sette milioni per fare la propaganda al ponte che non c’è

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Se è vero quello che si è letto sui giornali, il partito di Salvini insieme a Forza Italia ha presentato un emendamento in commissione Infrastrutture alla Camera, firmato dal forzista Francesco Battistoni e dall’esponente della Lega Domenico Furgiuele, che promette di stanziare 7 milioni per la campagna di comunicazione del Ponte sullo Stretto. In pratica un milione di euro all’anno dal 2024 al 2030 ad Eurolink (la cordata di imprese che si è aggiudicata la realizzazione del Ponte sullo Stretto) per pubblicizzare l’opera. 

Ora, è evidente che in questa fase, è opportuno più che mai che i giornali riscoprano la loro funzione. Che non è quella di pubblicizzare piuttosto quella di informare. Non solo sul concerto di aspettative “del Ponte toccasana” che siamo abituati a leggere, quanto sugli sconquassi cui vanno incontro i cittadini per avere poi non si sa ancora bene quale ritorno. Perché mentre non si conoscono tempi e costi, non c’è neanche la revisione del progetto ponte, si inanellano anomalie una dietro l’altra.

Dopo avere finanziato per decenni una società, la Stretto di Messina, che non si capisce bene fino a oggi che lavoro abbia svolto, se non quello di accasare nomine di sottogoverno macinando miliardi, arriva la beffa al comma 487. E arriva con un verbo transitivo: reiterare. “Ai fini della dichiarazione di pubblica utilità dell’opera – si legge – sono reiterati, a ogni effetto di legge, i vincoli imposti con l’approvazione del progetto preliminare dell’opera e successivamente prorogati”. 

MESSINATODAY

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