Vigili del fuoco

La lezione dei pompieri sul senso del dovere

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Il senso del dovere non si compra tanto al chilo. Costa. Costa spesso per una vita intera di impegno e dedizione, a volte costa addirittura la vita. Poi magari finisce che, nei confronti di chi ci rimette l’esistenza o se la vede irrimediabilmente segnata, la prima parola che viene in mente da pronunciare è “eroe”. Per i giornali è un titolo facile facile. Molte persone dicono “eroe” con sincera ammirazione, certo. Altri con sufficienza, in fondo con molta fretta, quasi che la gratificazione di altri – in una sola, pomposa parola – sia la cosa più semplice. Magari perché “tira” sui social, dire “eroe” è semplice ed è mettersi dalla parte di chi osserva ciò che fanno gli altri, anche se non si è pienamente consapevoli del valore del gesto.

Di atti di attaccamento al dovere, impegno, dedizione, coraggio, anche atti di eroismo, sì di eroismo, dei vigili del fuoco siamo tutti testimoni. Dal terremoto dell’Irpinia dell’80 all’attentato delle Torri Gemelle, passando per nubifragi, alluvioni e tragedie varie in tutto il mondo, sappiamo bene quanto siano fondamentali e importanti i pompieri nella nostra società. Rivolgersi ai vigili del fuoco è ciò che ci rassicura, “chiamiamo i pompieri” è insieme la constatazione della nostra incapacità e impossibilità di fronte al rischio e al pericolo, ed il completo affidamento della situazione a chi “può”, a chi “sa” farcela. A chi è in grado di affrontare e risolvere i problemi. Anche se questo comporta sforzo, fatica sovrumana, a volte fino al costo della vita.

Suscitano tenerezza e orgoglio, allora, le foto dei pompieri di Carlentini, in Sicilia, che sopraffatti dalla fatica e dal caldo, dopo oltre 24 ore di interventi ininterrotti contro il fronte del fuoco che sta devastando mezza Sicilia, si sono abbandonati a qualche minuto di riposo.

il mattino

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