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Seminaristi bruciati vivi e rapimenti nei conventi: il martirio della Chiesa africana

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Il calvario quotidiano della Chiesa in Africa.  Un seminarista bruciato vivo nella diocesi di Kafanchan, e un altro è stato rapito nel sud di Kaduna. La caccia ai religiosi in Nigeria non conosce sosta. A denunciarlo è Alessandro Monteduro, direttore della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs): “Non abbiamo dei dati esaustivi del numero di sacerdoti, religiosi e religiose rapiti, e purtroppo a volte uccisi, in Nigeria da inizio anno. Quel che è certo è che sono in continuo aumento da almeno tre anni. Da anni il Nord della Nazione in particolare, è flagellato dagli attacchi di gruppi estremisti e i rapimenti di sacerdoti cattolici sono sempre più frequenti. Non solo nel settentrione, ma anche nelle altre zone”.

E aggiunge: “Questi sequestri – che non sempre finiscono bene con la liberazione del consacrato – sono praticati da piccoli gruppi criminali, spesso in relazione con le fazioni jihadiste, allo scopo di autofinanziarsi“. E “oggi cinque miliardi di persone nel mondo vivono in nazioni dove la libertà religiosa “non è garantita, quindi la questione è tutt’altro che astratta. Penso a grandi Paesi come Cina, India, Nigeria, Bangladesh e Pakistan. Su 61 Paesi, in 28 non è sufficiente usare una terminologia soft, bisogna parlare di persecuzione cruenta”.

interris.it

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