cronacaInternazionale

Niger, fiamme nella tendopoli gelida del Sahara: le proteste dei profughi in attesa da mesi. “Non c’è vita nel deserto”

Spread the love

ilfattoquotidiano.it – https://urly.it/33-h6

Rabbia e rassegnazione nella Città d’OroAgadez, la porta del Sahara. I rifugiati del centro di protezione dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) nei dintorni della città nigerina, stremati da mesi di attesa e costretti a vivere in condizioni difficili, dopo giorni di inascoltata protesta hanno aumentato il peso delle loro reazioni dando alle fiamme la tendopoli che li ospitava la prima settimana di gennaio

Condizioni estreme ma fino a qualche giorno attenuate dalla prospettiva di lasciare per sempre il campo. Una promessa diventata miraggio per la quasi totalità. Il lento procedere dei percorsi di resettlement nella ricca Europa da parte dell’Unhcr, regolati dai singoli Paesi ospitanti, ha fatto perdere la pazienza alle persone in attesa di un trasferimento: “I rifugiati hanno ragione a protestare – spiega Boutali Ag Tchiwerin, attivista molto noto in Niger per la sua lotta a favore dei diritti umani e membro di una ong locale -. L’Unhcr ha le sue responsabilità perché invece di trovare delle soluzioni per i rifugiati si nasconde dietro false promesse.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *