Lavoro

La forzatura delle imprese per una rapida riapertura

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rassegna.it – https://urly.it/35f9k

Riprendere la produzione definendo una “road map” che permetta “una riapertura ordinata e in piena sicurezza del cuore del sistema economico del Paese”. Il motivo? “Prolungare il lockdown significa continuare a non produrre, perdere clienti e relazioni internazionali, non fatturare con l’effetto che molte imprese finiranno per non essere in grado di pagare gli stipendi del prossimo mese”. Questi alcuni passaggi del testo diffuso dalle imprese del Nord, ovvero Confindustria di Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto. Una richiesta di riaprire le attività, proprio nelle regioni più colpite del Covid-19, perché in caso contrario “il Paese rischia di spegnere definitivamente il proprio motore”. Le associazioni confindustriali locali hanno ricordato che le quattro regioni rappresentano circa il 45% del Pil italiano.

Ma cosa c’è dietro la presa di posizione, espressa con questi toni? In primo luogo si tratta con tutta evidenza di un attacco alla linea del governo, con il premier Conte – insieme ai ministri – che sta consultando gli esperti scientifici per definire la cosiddetta “Fase 2”. Dalle indiscrezioni ormai emerse appare chiaro che la riapertura sarà molto graduale: le date sul tavolo sono dopo Pasquetta per le aperture di piccole attività produttive, il 4 maggio per la rimodulazione delle misure che riguardano spostamenti e uscite, quindi una progressiva ripartenza del Paese. Il calendario non piace alle imprese del Nord, che sposano invece la linea leghista che chiede la riapertura a breve termine.

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