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FEMMINICIDI – Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, una giornata non basta

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GARGANO ARTICOLO UNO

“È stata già una conquista l’istituzione di questa giornata: la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Credo però che a molte di loro, a figli o congiunti che abbiano perso donne per violenza domestica o che le vivano da sopravvissute con le loro profonde cicatrici interiori, questa data susciti tristezza e rabbia. Si dovrebbe fare altro, e lavorare sodo nelle sedi opportune 365 giorni l’anno. Si potrebbe istituirla intanto “lutto nazionale”, per tutte le donne uccise per mano dei manipolatori affettivi. Si deve, uso un imperativo categorico, cambiare le leggi. Il nostro Codice Penale infatti non è adeguato, riporto dallo stesso c.p. : “il codice penale non prevede un reato chiamato “violenza domestica”, ma due distinte fattispecie criminose che possono essere ricomprese in tale concetto: il delitto di lesioni personali di cui all’art. 582 e ss. c.p. e il delitto di maltrattamenti contro familiari e conviventi di cui all’art. 572 c.p.” Per questo dobbiamo batterci. Non far sì che il 25 novembre, pur constatando il sentimento positivo e sano di tanti cittadini e cittadine che oggi giustamente sostengono le vittime (spesso anche figli orfani e senza dimora ove essere collocati) con animo puro e sincero. Pene più severe, abolizione delle prescrizioni per questo reato, fondi e strutture adeguate per gli orfani dei femminicidi, concreti supporti per le donne con disabilità che subiscono senza denunciare che sono troppe, tante, ageduata preparazione per accogliere le vittime in strutture ed in cui assisterle con un’equipe multidisciplinare che comprenda avvocati, psichiatri, medici e forze dell’ordine che prestino servizio gratuitamente anche per chi non potrebbe sostenere le spese; tutti opportunamente preparati con corsi ad hoc per questo reato e per le conseguenze dolorose che questo segna non un giorno ma una vita delle vittime, delle sopravvissute e dei loro familiari. Abbiamo il dovere di essere noi uomini i primi a pretendere questi cambiamenti. 365 giorni su 365. Se avessi un incarico istituzionale toglierei la citazione del partito cui aderisco perché questo deve essere una battaglia delle istituzioni non dei colori politici che, invece, devono essere tutti uniti al di là di schieramenti e pensieri. Forse allora davvero potremmo dire “in piedi, Signori, davanti ad una Donna” come recita una splendida frase di William Shakespeare.” Così in una nota l’esponente romano di Articolo1 Andrea Gargano.

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