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La Regione Lazio ha approvato, la proposta di legge n. 267 “Disciplina per la salvaguardia e la valorizzazione delle botteghe e attività storiche”.

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lamiacittanews.it – urly.it/3hb6t

Il Consiglio regionale, presieduto da Marco Vincenzi, oggi ha approvato, con 29 voti favorevoli e 9 astenuti, la proposta di legge n. 267 “Disciplina per la salvaguardia e la valorizzazione delle botteghe e attività storiche”.

L’articolo uno indica la finalità della legge: “Promuovere, anche in collaborazione con i comuni e mediante particolari forme di sostegno, iniziative volte alla valorizzazione e salvaguardia delle botteghe e delle attività storiche individuate attraverso criteri di durata, continuità merceologica e di specialità”. L’articolo due definisce le attività rientranti nella dizione “botteghe e attività storiche”. L’articolo tre prevede il “Censimento delle botteghe e attività storiche”, al quale dovranno provvedere i Comuni entro sei mesi dalla entrata in vigore del regolamento regionale di attuazione e integrazione, previsto all’articolo otto. Sulla base del censimento, la Regione istituirà l’Elenco regionale delle botteghe e attività storiche, che attribuisce agli iscritti la qualifica, l’attestazione e un logo di riconoscimento. L’articolo quattro definisce gli interventi per la salvaguardia e la valorizzazione delle botteghe e attività storiche, mentre l’articolo cinque dispone che anche i mercatai e le fiere di valenza storiche, di cui all’articolo 51 della L.R. 22/2019, possono essere iscritti nell’Elenco regionale.

Con riferimento alle attività storiche di commercio su aree pubbliche, un emendamento all’articolo 6, presentato da Enrico Cavallari (FI) e approvato con la riformulazione dell’assessore Orneli, ha inserito nell’ambito della normativa i cosiddetti urtisti, suscitando le critiche del consigliere Massimiliano Maselli (FdI), il quale ha ricordato come in commissione si fosse raggiunto un accordo per non citare esplicitamente nella normativa categorie particolari. Respinti invece altri emendamenti che miravano ad accorciare da 70 a 50 anni il criterio temporale per la classificazione di una attività su area pubblica come storica.

Infine, l’articolo 12 (“Disposizioni finanziarie”) prevede uno stanziamento complessivo di 2,4 milioni di euro nel biennio 2022-2023, così ripartito: 400 mila euro di parte corrente e 600 mila in conto capitale per il 2022 (totale: un milione di euro) e 600 mila euro di parte corrente e 800 mila in conto capitale per il 2023 (totale: 1,4 milioni).

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