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Pnrr, i conti non tornano e i ritardi rimangono – Perché l’Italia non è messa bene

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Il pagamento della terza rata è ancora sospeso. Mentre per velocizzare l’iter della quarta, che scadeva il 30 giugno scorso, il governo ha raggiunto un’intesa formale con la Commissione europea per modificare alcuni obiettivi. Che vi siano delle difficoltà da parte dell’Italia nel mantenere il ritmo di esecuzione del suo Pnrr, il piano di rilancio economico varato dall’Ue in seguito alla pandemia di Covid-19, non lo nega nessuno, neanche il governo di Giorgia Meloni. Ma Raffaele Fitto, il ministro che sta seguendo in prima linea il dossier e le trattative con Bruxelles, professa ottimismo. E nell’annunciare le modifiche ai progetti riguardanti la nuova tranche di pagamenti, ha ridimensionato la portata dei ritardi, sostenendo che non ci saranno tagli alle risorse attese e che il nostro Pnrr procede più celermente di quelli degli altri Stati Ue. Saremo “il primo Paese a chiedere la quarta”, ha promesso, sempre che non ci siano intoppi con l’Ue. Ma come stanno realmente le cose?

EUROPATODAY

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