Cassazione, più tutela per i lavoratori: è estorsione regolarizzare lavoratori in nero a condizioni sfavorevoli
Più tutela per i lavoratori. Scatta l’estorsione se il datore regolarizza sì il rapporto in nero, ma fa figurare che il lavoratore gode di tutte le garanzie contrattuali mentre non è vero, ricattandolo con la prospettiva della disoccupazione: il vantaggio ingiusto del primo è costituito dalle condizioni patrimoniali sfavorevoli imposte al secondo, che sulla carta guadagna di più e fruisce di ferie in realtà non godute.
Rischiano dunque gli arresti domiciliari i soci della compagine che con le loro pressioni psicologiche inducono i lavoratori “sommersi” ad accettare le condizioni svantaggiose. È quanto emerge dalla sentenza 29047/23 pubblicata il 5 luglio dalla seconda sezione penale della Cassazione. Accolto il ricorso del pubblico ministero: frettoloso il Riesame che annulla gli arresti domiciliari disposti a carico degli indagati per associazione delinquere finalizzata all’estorsione e allo sfruttamento del lavoro; si tratta dei vertici di una società che gestisce servizi di assistenza socio-sanitaria
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