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Migranti, confessioni di uno scafista: “Noi usati da Saied per i soldi Ue. Ora gli affari sono in calo”

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Sfax (Tunisia), 28 novembre 2023 – “Cosa ti aspettavi, un pirata?”. Il giovane uomo sorride e si toglie gli occhiali da sole neri, cattivi, stile contractor. Fa cenno di sedersi a uno dei tavolini di un anonimo caffè alla periferia di Sfax. 

Niente nomi, niente foto. È tunisino, grossomodo trentenne, parla un discreto francese. Ed è un trafficante. Un passeur. O come dicono in Tunisia, un harka. 

Gli harka di questi tempi rischiano molto perché la Guardia Nazionale dà loro letteralmente la caccia. E quindi sono elusivi. Un ivoriano di nome Mamadou incontrato sotto uno dei tanti alberi d’ulivo di El Amra assieme a simpatici e chiassosi compagni di strada del Mali e del Niger, ci manda da un altro migrante, un giovanissimo ma scafato ragazzo burkinabè che fa da camo per i trafficanti. E dopo lunghe trattative riusciamo a fissare un appuntamento con un harka, in una delle più anonime pieghe della periferia di Sfax. Parla come se fosse un flusso di coscienza, manco servono le domande, all’inizio.

QUOTIDIANO NAZIONALE

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