Nessun reato per il marito che usa le mail della moglie in tribunale
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Annamaria Villafrate | 09 dic 2020Per la Cassazione, l’intercettazione delle email della moglie con un programma installato per controllare la figlia e la loro produzione in giudizio non costituiscono reato
La Cassazione con la sentenza n. 30735/2020 esclude la configurazione dei reati di cui agli articoli 616 c.p. commi 1 e 4, 617 bis c.p e 617 quater c.p., di cui è stato accusato un marito che ha usato kaylogger, installato anni prima per controllare la figlia, per intercettare la corrispondenza elettronica della moglie e produrla poi nel giudizio di separazione.
Il primo reato infatti si applica alla corrispondenza statica e gli altri due richiedono che l’intercettazione avvenga all’insaputa del soggetto, ipotesi da escludere nel caso di specie, visto che marito e moglie si erano accordati da tempo per l’installazione del programma per controllare la figlia.