Vigili del fuoco

Le Interviste del FARO – Cav.Luigi Pistoia

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  gia’ Capo Reparto del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco – Estratto pubblicato su FARO N.114

PERCHE’ HAI DECISO DI DIVENTARE VIGILE DEL FUOCO? – Poichè mi ritengo figlio della 2° guerra mondiale, negli anni 50, i giovani che non avevano completato gli studi, cercavano di posizionarsi nei vari corpi Militari dello Stato, ma io sollecitato da mio Padre che aveva un Sottufficiale amico nel comando di Roma dei Pompieri, cosi’ si chiamavano a quei tempi gli attuali Vigili del Fuoco, mi convinse a scegliere i Pompieri anzichè l’Aeronautica  o la Marina dove avrei potuto essere meglio utilizzato per via del mio diploma di Telescriventista e cio’ detto non mi sono mai pentito, anzi!!!!;

QUALI SONO STATE LE MOTIVAZIONI? – Alle motivazioni, quando hai 20 anni e provieni da esperienze drammatiche come la guerra e l’occupazione militare delle citta’ e dei piccoli paesi dove sono stato rifugiato, Pisterzo in provincia di Latina, dopo il bombardamento di San Lorenzo in cui venne abbattuto il mio palazzo, non pensi intensamente come ora ma pensi solo a trovare il lavoro che possa aiutare la famiglia ma informandomi scoprii che i Pompieri operavano per soccorrere chiunque e per qualunque emergenza che coinvolgeva i cittadini ed alora realizzai sempre piu’ intensamente che quella era la mia strada.

DOVE HAI VISSUTO LA TUA PRIMA ESPERIENZA DI VIGILE DEL FUOCO? – La mia prima esperienza l’ho vissuta, sollecitato ed accompagnando l’allora funzionario coordinatore Ing.Enrico Marchionne del Comando di Roma, nel 1972 in un drammatico, plurimo, tamponamento notturno di ben tre Tir ed automobili sull’autostrada del sole con morti e feriti per un difficilissimo intervento per disincastrare i grandi automezzi ed automobili e liberare dalle lamiere contorte le persone in freddo atroce. Un’operazione che si protrasse per tutta la notte.

DOVE HAI PRESTATO SERVIZIO? – Dopo il servizio di leva alle Scuole Centrali Antincendi, nel 1961 fui richiamato in servizio temporaneo presso l’allora Direzione Generale dei Servizi Antincendi negli Uffici dell’Ispettorato Tecnico diretto dal giovane Ing.Italiano Tiezzi che insieme ad un’altra Divisione stava acquisendo le proprieta’ della Cassa Sovvenzioni Antincendi e creando, con tutte le sue sfaccettature la Prevenzione Incendi ed in continuo contatto con il Parlamento per la sua approvazione.

Dal 1971 al 1973, nominato Comandante ho seguito l’Ing.Tiezzi al Comando di Roma e successivamente, sempre al suo seguito, al Centro Studi ed Esperienze e dopo 3 anni, l’ho seguito al Comando delle Scuole Centrali Anticendi mantenendo l’incarico di Direttore del Centro Studi, in occasione del terremoto del Friuli, fu nominato Dirigente del Servizio Tecnico Centrale e mi invio’, per fare da trait d’union, nel suo ufficio ministeriale perche’ lui mantenne contemporaneamente l’incarico di Comandante delle Scuole Centrali che lascio’ appena nominato, nel 1981, Capo del Corpo che allora si chiamava Ispettore Generale Capo e in tutti questi ruoli che ha rivestito, io ho sempre avuto l’onore di ricoprire l’incarico di Capo delle sue Segreterie.

Alla sua uscita nel 1986, sono stato confermato nel ruolo dal nuovo Capo del Corpo l’Ing.Cesare Sangiorgi e, dopo di lui, nel 1991 dal suo successore l’Ing. Paolo Ancillotti. Ad ottobre 1995 sono uscito per limiti d’eta’.

COME RICORDI GLI INIZI? – L’inizio e’ stato molto impegnativo e coinvolgente perche’, come dievo prima, con il mio diploma di telescriventista ero un ‘’diavolo’’ della macchina da scrivere elettrica ed ho lavorato quasi 10 ore al giorno per evadere il piu’ velocemente possibile gli impegni relativi all’acquisizione delle proprieta’ della Cassa Sovenzioni Antincendi ed alle regole previste dalla stesura delle disposizioni redatte dallo Staff dell’Ing. Tiezzi, che sarebbero diventate leggi della Prevenzione Incendi.

RICORDI UN EPISODIO CHE TI HA COLPITO PARTICOLARMENTEE CHE TI HA COINVOLTO EMOTIVAMENTE? . Certo, ricordo in modo indelebile la terribile tragedia che colpi’ tutta l’Italia coinvolgendo,in primis, i Vigili del Fuoco di Roma guidati da uno straordinario Comandante l’Ing. Elveno Pastorelli il quale si getto’ anima e corpo per cercare di salvare il piccolo Alfredino Rampi, un bambino caduto, non si sa come, in un pozzo artesiano largo poco piu’ di 30 centimetri in localita’ Vermicino.

Molto intensa, anche, la partecipazione dell’allora Ministro dell’Interno Virginio Rognoni al quale tutte le mattine, finche’ e’ durata l’emergenza,  alle ore 7.00 leggevo via telefono, il famoso ‘’mattinale’’ che mi recapitavano nell’Ufficio del Capo del Corpo le Sale Operative del Comando di Roma e della nostra Direzione.

Voglio, anche, ricordare il Vigile Fernando Broglio che sdraiato all’imboccatura del pozzo parlava continuamente con Alfredino raccontandogli favole ed avvenimenti sportivi per tenerlo sveglio confermando questo suo commovente  atteggiamento  nella trasmissione televisiva ‘’Porta a Porta’’.

Ma l’episodio che mi ha coinvolto in prima persona accadde il 7 gennaio 1978 quando intervenni nel pieno di una sparatoria in via Acca Larentia, a Roma, unico soccorritore dove furono feriti a morte due ragazzi di un partito politico di destra constatando che uno era gia’ morto mentre l’altro gravemente ferito lo portai in braccio verso la strada principale deve nel frattempo era giunta la Polizia di Stato.

Per questo mio intervento non fu possibile, per motivi chiaramente politici nell’immediato, concedermi un riconoscimento che ni fu concesso dopo 27 anni dal Ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu e consegnatomi il giorno di Santa Barbara dal Comandante di Latina, l’Ing. Lamberto Mazziotti e dopo poche giorni dalla Citta’ di Latina dall’allora Sindaco On.Vincenzo Zaccheo.

VISTO CHE HAI AVUTO CONTATTI CON MOLTISSIMI DIRIGENTI, CHE RICORDI NE HAI? – Ricordare tutti i Dirigenti con i quali i sono relazionato e sono orgoglioso, in modo istituzionale ed amichevole nello stessa tempo, non e’ facile brevemente ma, cerchero’ di farlo.

Oltre a coloro che ho gia’ citato, ho archiviato nella mia mente in modo indelebile, l’indimenticabile  Giorgio Mazzini che ho frequentato fin dagli anni ‘’70’’, Antonio Gambardella, Guido Parisi, Giovanni Nanni, il mitico Luigi Abate Comandante di Latina e Roma  che ho ricordato per la tragedia di Via Ventotene, Maurizio Stocchi, lo straordinario Alessandro Giomi, il figlio Nino gia’ Capo del Corpo, Alberto D’Errico, Nardino Corbo, gli indimenticabili Mario Arrigo e Francesco Campanella che mi concedeva il lusso di chiamarlo Ciccio, Arcangelo Sepe Monti, il Prof.Franco Soccorsi, il  Dott. Daniele Sbardella, le dirigenti dell’ONA Tosaroni e la bellissima Tappi Bollini, il mio carissimo amico Prefetto Alberto Di Pace, Cristina D’Angelo carissima amica della mia famiglia, Maurizio Liberati un po’ ‘’nascosto’’ in questo momento, Clara Modesto, il carissimo Alberto Maiolo, Fabrizio Santangelo e ultimo ma non, certamente,  l’ultimo Fabrizio Colcerasa gia’ Comandante delle Scuole Centrali Antincendi.

Un capitolo a parte potrei scriverlo e, certamente lo faro’, per l’Ing.Alfio Pini gia’ Capo del Corpo che mi ha consentito di realizzare eventi straordinari ed indimenticabili per me e per tutti coloro che li hanno vissuti consentendomi di istituire borse di studio per gli orfani dei Vigili del Fuoco caduti in servizio e di far conoscere a cittadini che non le avrebbero mai conosciute   le doti culturali dei Vigili del Fuoco con la visione straordinaria della nostra Banda Musicale.

Per uno di questi eventi e’ stato importante il fattivo appoggio dell’allora Capo Dipartimento Prefetto Francesco Paolo Tronca che, insieme ad Alfio Pini e’ venuto a Latina per trovare il sottoscritto ed i miei straordinari collaboratori gia’ Capi Reparto Bruno Benetti, Plinio Boron, Candido Facco e Mario Molon  e fermarsi a cena con noi in casa di Boron.

In questo momento, pero’, desidero ricordare l’Ing.Alessandro Paola, una persona di straordinaria sensibilita e sia pure marginalmente per scarsita’ di frequentazione l’Ing. Silvano Barberi ma il mio mito attuale e’ il Capo del Corpo Nazionale  per il quale avrei bisogno di pagine, pagine, pagine per descriverlo, a mio parere tra le mie gioie ed i miei dolori, naturalmente immaginari

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