Attualità

Le emozioni in azienda

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GIUSEEPPE ROTUNDO

Gioia, paura, rabbia, tristezza. Tu chiamale se vuoi emozioni. Ognuno di noi più o meno
inconsapevolmente subisce l’influenza di questi stati dell’animo. La nostra quotidianità è scandita
dall’alternarsi, a volte bilanciato a volte meno, di questi scenari emotivi. Il lavoro ne resta fuori?
Insomma. Nonostante gli sforzi per delimitare il campo lavorativo all’incontrastato dominio della
razionalità, prima di essere manager, imprenditori, professionisti, siamo anche madri, padri, fratelli,
sorelle, figli. E spesso il confine delle emozioni che viviamo sul piano strettamente personale o
familiare e quelle che portiamo sul posto di lavoro non è così definito. Ci sono degli stereotipi
consolidati che voglio i sales manager sempre positivi, i capi azienda decisionisti, i controller
razionali e via dicendo. Ad ogni figura professionale è richiesta una notevole capacità di gestione e
definizione dei propri status emotivi. Ma la sfida più importante per le aziende è quella di non
ignorare tutte le altre emozioni delle proprie risorse. Bisogna affinare gli strumenti, in primis
l’ascolto attivo, per capire come i sentimenti possano avere una loro influenza sulle dinamiche
lavorative, sulle performance richieste e sugli obiettivi da raggiungere.

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