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Bonus busta paga confermato a metà: ecco perché da gennaio 2024 guadagneremo meno

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Il taglio del cuneo fiscale adottato dal governo nel 2023 è stato accolto con notevole entusiasmo: d’altronde, complessivamente quest’anno garantirà un aumento netto di stipendio fino a un massimo di 865 euro (considerando le tredici mensilità), una cifra considerevole che in parte è servita per contrastare la svalutazione delle retribuzioni dovuta dall’inflazione.

Un aumento che nel migliore dei casi a luglio è arrivato a circa 100 euro al mese ma che il prossimo anno potrebbe essere confermato solo parzialmente comportando così un ribasso dello stipendio.

Questo perché per confermare lo sgravio contributivo così com’è oggi – ossia con una percentuale del 7% per chi guadagna fino a 1.926 euro e del 6% per chi non supera i 2.692 euro – richiederebbe un esborso notevole, circa 10 miliardi di euro.

Soldi che il governo avrà difficoltà a reperire visto che per tutta la Legge di Bilancio 2024 dovrebbe avere a disposizione dai 25 ai 30 miliardi di euro. Ecco perché lo sgravio come lo conosciamo oggi non dovrebbe essere confermato: ci potrebbe essere un passo indietro, tornando a quanto fu stabilito dalla legge di Bilancio 2023, il che comporterà una differenza negativa tra quanto percepito a dicembre rispetto a gennaio 2024.

money.it

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