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Taglio pensioni in Manovra 2024: tutte le nuove penalizzazioni

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La nuova stretta inserita in Manovra 2024 sulle pensioni future (avranno un assegno più basso) dei dipendenti pubblici riguarda gli iscritti (ma solo se con meno di 15 anni di contributi al 31 dicembre 1995) alle seguenti gestioni confluite prima nell’INPDAP e poi nell’INPS:

Gli anni di contributi versati prima del 1996 sono valorizzati con il calcolo retributivo, mentre quelli successivi al 31 dicembre 1995 si conteggiano con il contributivo.

In base alla Manovra 2024, sulla quota retributiva inferiore a 15 anni degli iscritti alle suddette gestioni cambiano i coefficienti di rendimento, che diventano meno favorevoli.

Non solo: se applicando i nuovi coefficienti (che decrescono fino ad azzerarsi per chi ha più di 15 anni di contributi antecedenti al 1996) il nuovo calcolo dovesse essere più favorevole di quello attuale, si applicano le vecchie regole. In pratica, la modifica dei coefficienti non può comportare un trattamento pensionistico maggiore rispetto a quello determinato secondo la normativa precedente.

Si parla di decurtazioni che possono superare i 10mila euro per chi ha retribuzioni alte, 5-7mila euro per anno per chi guadagna 30mila euro.

Sull’indicizzazione delle pensioni prevista nel 2024 vengono confermate tutte le fasce di reddito e le relative aliquote di perequazione applicate nel 2023 tranne quelle che per i trattamenti più elevati, che invece subiscono il prossimo anno una ulteriore decurtazione.

Per questi assegni, la percentuale da applicare all’indice Istat di rivalutazione automatica delle pensioni, se di importo a partire da dieci volte il minimo, scende di dieci punti passando dal 32% al 22%.

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