cronaca

Corruzione e soldi per agevolare fornitori: arrestato vigile del fuoco a Monza

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non vorremmo mai voluto pubblicare queste notizie che ci addolorano

Un vigile del fuoco in servizio presso il comando provinciale di Monza è stato arrestato per corruzione e insieme a lui, ai domiciliari, è finita anche la moglie.

Il pompiere – che non risulta essere un funzionario – è finito in carcere su esecuzione di una misura cautelare personale emessa dal G.I.P. del Tribunale di Monza che ha coinvolto anche la consorte e altre due persone. I quattro indagati, a vario titolo, sono accusati di induzione indebita a dare o promettere utilità, peculato, corruzione aggravata per un atto contrario ai doveri d’ufficio, frode nelle pubbliche forniture, riciclaggio, truffa. Tutte ipotesi di reato commesse dal luglio 2021 al marzo 2023.

Le accuse di corruzione per agevolare fornitori

Secondo l’accusa infatti il vigile del fuoco – come riporta una nota del comando provinciale dell’Arma di Monza e Brianza – “abusando del proprio ruolo e delle proprie mansioni, risulta aver lucrato indebitamente su commesse inerenti all’acquisizione di beni e servizi per conto del Corpo di appartenenza, percependo compensi per agevolare fornitori compiacenti (due dei quali colpiti dalla misura cautelare: uno in carcere, l’altro agli arresti domiciliari)”. L’indagine ha coinvolto anche la moglie del pubblico ufficiale perchè sarebbe accusata del riciclaggio dei proventi derivanti da corruzione percepiti dal coniuge. 

Soldi per agevolare fornitori e riparazioni dei mezzi

Nel mirino degli inquirenti è finito anche il titolare di una officina di riparazioni con sede in provincia di Brescia. L’uomo, secondo l’accusa, si occupava di mantenere i rapporti con il pubblico ufficiale che, tramite scambi illeciti di denaro con finalità corruttive, avrebbe garantito l’assegnazione di interventi di riparazione o manutenzione del parco-mezzi del comando dei vigili del fuoco di Monza. Sono diversi gli episodi di corruzione o indebita appropriazione contestati e agli atti ce ne sarebbero almeno una decina.

Insieme allo scambio di denaro oggetto dell’indagine, i favori per agevolare il fornitore si sarebbero concretizzati anche nella dichiarazione di interventi di manutenzione in realtà mai effettuati. Cospicua l’entità del denaro che il vigile del fuoco indagato avrebbe ricevuto per favorire l’assegnazione di interventi all’officina bresciana nell’arco di quasi due anni. Soldi che sarebbero stati in parte utilizzati – e qui gli inquirenti contestano la complicità della moglie – per interventi di ristrutturazione nell’abitazione della coppia e per alcuni interventi presso una cascina che non risulta formalmente intestata ai due ma dove erano stati avviati alcuni lavori. 

monzatoday

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