Vigili del fuoco

Morì in canoa, indagati due istruttori e 9 vigili del fuoco

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ANSA – “Rinnoviamo il sentimento di vicinanza alla famiglia del giovane Andrea Demattei, colpita dal grave lutto nel gennaio 2023 – scrive il comando dei vigili del fuoco di Genova che esprime “fiducia incondizionata nell’operato della magistratura per l’accertamento di eventuali responsabilità dei soccorritori. Nel contempo, i vigili del fuoco continueranno a garantire la complessa e incessante opera di soccorso tecnico per la salvaguardia della popolazione genovese, dando il massimo come hanno sempre fatto”. ……………

Per il pubblico ministero Francesco Cardona Albini i due istruttori avevano visto il tronco sotto il ponte della Maddalena che costituiva un pericolo. Non solo, per il pm il numero di istruttori, la dotazione di sicurezza e l’abbigliamento degli atleti non era idoneo per la sessione di allenamento. Per quanto riguarda i vigili del fuoco, secondo gli investigatori, avrebbero disposto “in ritardo l’intervento sul posto di un numero adeguato di personale qualificato al soccorso acquatico di superfice, adottando manovre di salvataggio scorrette in luogo di quelle che sarebbero state efficaci, ritardando comunque la manovra che avrebbe consentito, dopo più di un’ora di immersione nel fiume Entella, l’estrazione di Andrea”.

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In pratica da Genova non mandarono subito i colleghi del Saf (il soccorso alpino-fluviale), il caporeparto di Chiavari non avrebbe chiesto da quanto tempo il giovane fosse in acqua, non fece usare subito la gru per sollevare la canoa ma anzi facendo imbragare e spostare per primo l’istruttore. Solo dopo un’ora, con l’arrivo dei sub da Spezia la canoa viene assicurata con le funi e sollevata con le autogru nel giro di pochi minuti. Andrea era arrivato al Gaslini in condizioni disperate dove è morto dopo pochi giorni. E la famiglia acconsentì a donare gli organi.

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