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La Consulta interviene sul codice antimafia (e non solo)

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/www.diritto.it  – 

La Corte costituzionale, con due sentenze, e precisamente la n. 24 e la n. 25 del 2019, ha dichiarato costituzionalmente illegittime alcune norme del codice antimafia nonché altri precetti normativi (attualmente vigenti, e no), sempre volti a contrastare questo fenomeno malavitoso.

 il giudice delle leggi è intervenuto con tali pronunce in subiecta materia.

Con la decisione n. 24, emessa il 24 gennaio del 2019, e depositata il 27 febbraio del 2019, i giudici di legittimità costituzionale hanno dichiarato: a) l’illegittimità costituzionale dell’art. 1 della legge 27 dicembre 1956, n. 1423 (Misure di prevenzione nei confronti delle persone pericolose per la sicurezza e per la pubblica moralità)

La Consulta, con la sentenza n. 25 emessa in data 24 gennaio del 2019 e depositata il 27 febbraio del 2019, ha affermato l’illegittimità costituzionale dell’art. 75, comma 2, del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159 (Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 13 agosto 2010, n. 136), nella parte in cui prevede come delitto la violazione degli obblighi e delle prescrizioni inerenti la misura della sorveglianza speciale con obbligo o divieto di soggiorno ove consistente nell’inosservanza delle prescrizioni di “vivere onestamente” e di “rispettare le leggi

 

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