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Superbonus: Governo inflessibile, imprese al collasso

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Il taglio anticipato dell’aliquota al 90% potrebbe dunque portare al definitivo collasso il settore dell’Edilizia, che già annaspa a causa dei crediti incagliati, un circolo vizioso che sta portando le ditte a mollare del tutto la presa. Di fatto è questo il vero nodo irrisolto che impedisce di utilizzare la misura, al 110 o 90 che sia.

Ad oggi la situazione è semi-paralizzata. Nonostante gli oltre 55 miliardi di investimenti promossi in Italia, gli ultimi dati ENEA aggiornati al 31 ottobre scorso lanciano l’allarme riguardo l’impatto negativo che il blocco può generare, soprattutto sulle imprese del settore edile. Sono quasi 40mila, quelle con cassetti fiscali pieni di crediti bloccati e con le casse vuote per impossibilità di portare a termine la cessione.

Secondo il report ENEA, il Superbonus – grazie al 110% concesso – ha prodotto benefici sulla filiera edile, sull’economia nazionale e sull’occupazione. L’investimento medio nei condomini è stato di quasi 600mila euro, mentre per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti l’investimento medio è stato di poco superiore ai 97mila euro.

Le imprese chiedono pertanto un intervento dello Stato che consenta di rendere liquidi i crediti accumulati dalle imprese, ma il Governo è di diverso avviso.

ABI (istituti di credito) e ANCE (aziende costruttrici) in una lettera congiunta al governo chiedono di intervenire, con «una misura tempestiva e di carattere straordinario» volta a «scongiurare al più presto una pesante crisi di liquidità per le imprese della filiera che rischia di condurle a gravi difficoltà».

https://www.pmi.it/economia/mercati/39

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