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I politici che patteggiano posso ricandidarsi, così è cambiata la legge Severino

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Impedendo la validità di un patteggiamento per fini ulteriori a quello penale, i politici che non sono stati condannati perché hanno patteggiato non sono più sottoposti a limitazioni politiche di sorta. La legge Severino sancisce per l’appunto l’incandidabilità di chi è stato condannato (per reati rilevanti dal punto di vista sociale e/o del pericolo), equiparando la condanna al patteggiamento – in effetti, è una sorta di condanna “su richiesta” -.

La riforma Cartabia non ha espressamente modificato questa norma, ma ha ridotto gli effetti extrapenali del patteggiamento, che dunque non è più incluso nella limitazione prevista dalla legge Severino. Ecco perché si parla di abrogazione tacita ed ecco perché un politico che ha patteggiato una condanna per il reato di corruzione può ricandidarsi senza problemi, nonostante il patteggiamento presupponga una certa ammissione di colpevolezza, seppur non equiparabile a un’effettiva sentenza di condanna.

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