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Donne lasciate a partorire nel deserto tunisino, bimbi senza acqua nè cibo. L’appello di Zaki: “Basta espulsioni collettive”

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C’è una donna sotto la coperta verde. Ancora sotto un telo, riparato alla meglio dal sole che brucia e dai 50 gradi di temperatura c’è un neonato. Ha poche ore. La mamma, una giovane donna africana cacciata con la forza dalle autorità tunisine da Sfax verso il confine libico, l’ha partorito nel deserto dove da giorni giace insieme ad altri profughi, senza acqua nè cibo.

la repubblica

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